28 aprile 2010

fino al 22.V.2010 Emanuela Fiorelli Milano, Fabbri Contemporary Art

 
Una mostra seducente e raffinata. Ingredienti: arte programmata anni ’60-’70, Fontana, Bonalumi e Castellani. Risultato: uno sguardo obliquo, contemporaneo, intelligente...

di

Emanuela Fiorelli (Roma, 1970) parte dal disegno e
dal suo processo per ricostituire distanze, serie e separazioni. In tal modo
l’artista approfondisce la linea scientifico-progettuale di tutto ciò che
concerne l’esperienza del visibile, esprimendosi oltre la pura figurazione, fra
ripetizione e successione temporale, sulle dinamiche dei procedimenti e nuove
intenzioni di espressività.
Secondo
l’artista romana, “un disegno può essere un tracciato di linee su una
superficie piana, oppure la pianta di un ‘qualcos’altro’, che per chiarirsi ha
bisogno di essere estruso nello spazio
”.
Convenzionalmente,
nell’opera di Fiorelli la cadenza ritmata sembra essere il campo della pura
evidenza e dell’inerte dimostrazione, il luogo di una razionalità meccanica e
puramente funzionale. In questo senso, il suo lavoro sembra privilegiare la
premessa, Emanuela Fiorelli - Genesi 11 - 2010 - box in plexiglass e filo elastico - cm 70x70x25in quanto la conclusione diventa lo sbocco inevitabile di un processo
deduttivo e naturalmente logico giocato tra campiture strutturate e monocrome.
Le esposizioni di Fiorelli sono un
percorso che si esalta nella visione complessiva, nell’esteriorizzazione di
un’entità culturale soggettiva e personale che rifugge schemi e confini
precostituiti se non inseriti in un rigore interno, in un approccio
intellettuale e nella gestualità sapiente con la quale è costituita la
tramatura di fili e ferri sottili. Entità che si rapporta sempre fuori
dall’opera stessa, operando un gioco di scambio con lo spazio che la circonda,
i possibili significati e l’interazione necessaria con lo spettatore. L’artista
– con i suoi giochi di disegni, tessuti e ombre – cerca di influenzare un
mutamento dall’interno, giocando con i vuoti, con la sottrazione di peso e con
l’accostamento delle trame, intaccando in tal modo il respiro profondo del
lavoro e il rapporto delle possibili relazioni fisiche e psicologiche.
In questo ciclo di lavori, la
morfologia delle opere diventa una categoria sostanziale. Le installazioni a
parete passano dalle quadrettature regolari di matrice minimalista a qualcosa
che travalica l’essenza stessa della forma, determinandosi in una pratica
autoanalitica, in un’indagine riflessiva compiuta tra rifrazione concettuale e
azione che imprigiona e sprigiona la luce.
Emanuela Fiorelli - Genesi 7 - 2010 - tarlatana e filo elastico su tela stampata - cm 62x123x10
I telai in legno, le tarlatane e i
fili utilizzati nei suoi lavori sono contenuti in supporti rigorosamente
incorniciati anche nella serie Genesi, ispirata al primo libro della Bibbia. Le architetture e
i campi spaziali dalla trama pulita e costante costituiscono la struttura delle
installazioni, applicando il potere che hanno certe forme – quello di imporsi
sempre – in maniera tuttavia contenuta, per passare dal dissomigliante al
somigliante, da qualcosa d’informale a una forma finita che rispecchia, e non
solo per l’uso dell’aniconicità, una struttura reale.

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mostra visitata il 13 aprile 2010


dal 13 aprile al 22 maggio 2010
Emanuela Fiorelli – Genesi

a
cura di Silvia Pegoraro

Fabbri
Contemporary Art Gallery

Via
Stoppani, 15/c (zona Porta Venezia) – 20129 Milano

Orario:
da martedì a venerdì ore 10.30-13 e 16-19.30; sabato su appuntamento

Ingresso
libero

Catalogo
disponibile

Info:
tel. +39 0291477463;
info@fabbricontemporaryart.it; www.fabbricontemporaryart.it

[exibart]


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