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fino al 22.V.2010 | Lupo Borgonovo | Milano, Fluxia

di - 14 Maggio 2010
Alla sua prima personale, Lupo Borgonovo (Milano, 1985) intraprende un
viaggio intorno alla scultura, lasciando emergere ossimori e contrasti, luci e
ombre. Il calco della caverna è un percorso condotto sull’orlo del “materiale/immateriale”, del dentro e del fuori
attraverso tre lavori estremamente distanti e differenti l’uno dall’altro, a
partire dalla cangiante metodologia d’impiego di materie prime.
L’uomo ha chiamato ‘caverna’ uno spazio mancante”, si legge nel testo critico, “una
profondità interna del pianeta, un’entità che costituisce in se stessa un
dubbio metafisico fra il concetto di interno ed esterno. Attraverso il suo
calco, idealmente, si potrebbe dare forma a un’assenza, creando il positivo di
una parte concava che si ramifica gradualmente in forme potenzialmente infinite
”. In questo caso “la caverna è
la galleria Fluxia
”,
che Borgonovo sceglie di riempire disegnando una costruzione complessa e
simbolica, passando dalla presenza umana rappresentata da una Testa all’architettura con Ziqqurat e alla natura con Fase Lunare.
In uno spazio ridotto all’essenziale assoluto sono dunque
tre le sculture presenti e immobili, eppure in moto ideale per disegnare
profili di regioni sconfinate. Nell’immateriale preesistenza della location,
l’allestimento punta a dare voce unica e radicale alla materia plasmata da
Borgonovo.

Ziqqurat
è un lavoro interamente in cemento, con leggere sfumature in cera,
risultante dal calco di una fontana progettata dall’architetto Carlo Scarpa a Venezia, che diventa una
riflessione concettuale sulle ambiguità architettoniche intrinseche alla
costruzione templare, alla simbologia che avvolge la piramide.
L’instabilità è nelle cose: si veda a tal proposito
l’opera Testa,
un cranio in bronzo patinato, legno e ferro modellato sullo stesso capo
dell’artista. Un viso senza forma, senza tratti riconoscibili, col retro
rivolto allo spettatore (chiara citazione di Medardo Rosso). Un capo che, attraverso le
profonde cavità di cui si compone, indaga il fare scultura e l’inscindibile
rapporto con la luce, appunto, la parte più viva dell’opera stessa, ciò che
mette costantemente in relazione la materia con il tempo.
Sempre sul principio della rapporto con il contesto, in Fase
lunare
si ha una
“ciotola” (in ferro ed eternit) diventata luna crescente; in questo caso
Borgonovo agisce sullo sguardo, “un materiale che può essere plasmato”.

Delle opere in mostra un dato interessante è rappresentato
dalla scelta delle “basi” su cui poggiano le sculture. In tal caso si veda
l’ingranaggio di un torchio gigante in legno su cui è posta la Testa e ancora l’elegante leggerezza
delle basi di Fase lunare e Ziqqurat. Non di minore interesse lo studio della luce: lo spazio
è come una partitura di ombre e bagliori. Non c’è illuminazione a giorno,
piuttosto una fase di crepuscolo, quando le cose si rivelano metà in chiaro e
metà al buio. Come la luce che filtra nella “caverna”, come il rapporto tra il
dentro e il fuori, il visibile e il non.


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mostra visitata il
30 aprile 2010


dal
7 aprile al 22 maggio 2010

Lupo
Borgonovo – Calco della caverna

Fluxia
Gallery
Via Ciro Menotti, 9 (zona Piazzale Dateo) – 20129 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 14.30-19 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0245474021; info@fluxiagallery.com;
www.fluxiagallery.com

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  • Sicuramente è tutto molto suggestivo, e come potrebbe non esserlo quando un 1985 decide per questi richiami ad un certo poverismo colto e arcaico? Ma non sentite quanto sia soffocante questa serie di rimandi e citazioni, formali e concettuali? Non possiamo più digerire certi codici e certi immaginari.

  • Rossi, non diversamente povero nonche' inutile del tuo intervento.
    Conserva le munizioni per un bersaglio piu' impegnativo.

  • Il poco impegno di oggi sarà l'impegno grande di domani...se continuiamo a ragionare così saremo sempre in ritardo...in ogni caso queste mi sembrano le manifestazioni migliori che si possano vedere in giro. Tendo a criticare ciò che trovo stimolante. Penso che questa dipendenza morbosa dal 900 sia una trappola.

  • Rossi, se riesci prova ad articolare con la dovuta chiarezza il linguaggio con l'annesso pensiero.
    Ad essere insomma Padre di "parola" e non figliastro della stessa;(per uno come te che ha note ambizioni di fustigatore) se non ti è preclusa l'arte del contraddire che, a quanto pare, traspare certo in modo un pochino affastallato e modesto nei tuoi due interventi , ti è sicuramente preclusa quella della interpretazione (tu scrivi di impegno presente e futuro equivocando in modo , lascia che te lo dica imbecille , sulla locuzione "bersaglio" che non aveva altro significato che "TEMA" (di ambito artistico ovvio) e sul tema non hai fatto altro che ripetere concetti da immemorabile tempo di seconda mano nella critica piu' stracciona e spocchiosa.

    Buongiorno Rossi.

  • Fluxia Gallery è proprio una "caverna"!
    Andate a lavorare! non sperperate soldi dei cittadini per organizzare mostre d'arte omologate e improvvisate.
    Via la politica dall'Arte! vero cara direttrice Bazzana? con i tuoi cari amici mafiosetti...

    Luca

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