“C’è un verso di Verlaine che non ricorderò più, / c’è una strada
vicino ch’è vietata ai miei passi / c’è uno specchio che m’ha visto per
l’ultima volta, / c’è una porta che ho chiusa sino alla fine del mondo. / Tra i
libri della mia biblioteca (ecco, li guardo) / ce n’è qualcuno che non aprirò
più. / Quest’estate compirò cinquant’anni; / la morte mi logora incessante”. Per Borges anche la fine è solo questione di
limiti: un angolo prospettico volutamente e ironicamente dimesso. Una visione
del finire, del venir meno, diabolicamente domestica, quasi familiare, una
dimensione che ognuno può adattare a qualsiasi tipo di cornice esistenziale.
È questa la marchiatura simbolica di Limites: versi che affrontano sottovoce il
tema delle ultime cose, di quegli orli del mondo che, per analogia, anche Christian
Rainer (Austria,
1976; vive a Bologna e Firenze) riporta a Bergamo, all’interno di Limen. Sugli
aspetti occulti della Natura epifanica. Questo il titolo della sua personale bergamasca, evento creato
tanto per gli spazi di Traffic quanto per la Basilica di Santa Maria Maggiore,
situata a qualche centinaio di metri, nel cuore della città alta.
In Basilica due installazioni – l’una luminosa, l’altra sonora (Yana e Quid) – riportano la prima l’immagine del
sole fotografato durante il solstizio d’inverno e poi proiettato sul soffitto
della sottocupola. Mentre la seconda installazione, dall’eco dell’abside della
Basilica, rimette in musica il motto La Virtù non si può seguire. Al di fuori, ben oltre la
facciata in marmo rosa, in galleria, sono stati esposti nove disegni, una serie
fotografica e una scultura riunite sotto il titolo di Epifanie Liminari. Rainer, assieme a un
professionista dei rebus, crea una serie di indovinelli fotografici utilizzando
parti della città di Bergamo. I nove disegni invece fondono lettere di rebus
per giungere a paesaggi grafici più complessi.
Prendendo ad esempio
tanto Axis (fotografia di un riflesso di morte durante la generazione della
vita) quanto Interno
di camera buia
(fotografia di una cameretta dai mobili bui) resta,
ineffabile, attraverso le immagini, il mistero del perché. All’interno di campi
lunghi emergono dissolvenze di spazio,
tempo e presenze da temere. Elementi che lasciano aperte molte ipotesi
parafrastiche, liberano sogni e risvegliano luoghi narrativi simbolici
assopiti. All’interno di queste coreografie del mistero, restano complanari il
terrore del buio, la soavità dello sfumarsi dei colori e l’attenuarsi delle
voci.
Se dunque non sembrano
esistere luci di paradiso, poiché secondo Rainer la sorte del limen è comune, il
messaggio dell’artista risulta non solo poetico ma anche sapienziale. L’artista
infatti modula i propri lavori sull’assenza di tempo, chiedendo all’osservatore
finale di diventare un riduttore speranzoso delle universali vicende. Tra il
vuoto e il nulla.
Rainer con questa
personale non scioglie enigmi, ma sorride a chi presume di scioglierli,
ricordando che “dalle mani dell’uomo non escono senza fine che limiti” (Ungaretti).
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mostra visitata il 1° giugno 2010
dal 13 maggio al 22 giugno 2010
Christian
Rainer – Limen. Sugli aspetti occulti della Natura epifanica
Traffic Gallery
Via San
Tomaso, 92 (zona Accademia) – 24121 Bergamo
Orario: da
martedì a sabato ore 10-13 e 16-19
Ingresso
libero
Catalogo
disponibile
Info: tel. +39 0350602882; info@trafficgallery.org; www.trafficgallery.org
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