La mostra riporta in Italia dopo circa cinquant’anni i dieci disegni di Giacomo Balla acquistati nel 1959 dai coniugi Rothschild. Queste opere, eseguite per lo più con matite colorate, documentano in modo significativo l’evoluzione e gli studi del pittore torinese tra il 1913 ed il 1919.
L’importanza di questa raccolta, riconosciuta dallo stesso Balla, è testimoniata dalla cura con cui egli stesso ha incollato i disegni su fogli di carta di formato 32×42 cm e su cui, in basso a sinistra, ha apposto il proprio timbro Balla futurista con inchiostro bicolore. Le linee di forza, le linee di velocità (per usare il titolo di due disegni del 1914) e i vortici non si “esauriscono” nel disegno originale ma, come un fiume in piena, oltrepassano gli argini espandendosi anche sul foglio, che funge da supporto e allo stesso tempo da cornice. La velocità delle macchine e la potenza degli aeroplani, l’acqua “ritmica” della fontana e quella del mare frastagliata dal vento, gli studi sulle linee e sulla compenetrazione ed espansione di piani e figure sono solo alcuni dei temi di questi lavori, fondamentali punti di partenza e laboratori per le opere future.
Raffinato ma allo stesso tempo dinamico e potente risulta il disegno Linee di velocità (1914), dominato da un tenue giallo pastello, in cui linee circolari e angoli acuti s’incontrano in esplosioni di luce ed energia. Per comprendere lo sviluppo delle linee di velocità e delle onde sonore, nonché le ricerche sulla scomposizione del movimento, non si può trascurare Vortice+ linee di spazio del 1913, indagine sulla penetrazione delle figure nello spazio e nell’aria.
Di Balla si possono vedere anche alcune opere che precedono la sua adesione all’avanguardia futurista, come Luci all’alba a Roma del 1902, tela che testimonia la passione dell’ artista per la luce (naturale e artificiale). L’atmosfera di pace e tranquillità e di intima unione con la natura che pervade il quadro rimarrà un ricordo della stagione divisionista. Il nuovo rapporto dell’artista con la natura lo possiamo cogliere nell’olio su tavola Futur fiori (1918) in cui l’elemento naturale viene quasi trasformato in un artefatto umano. Anche se la stella polare di questa mostra rimane Balla-futurista, all’interno dell’esposizione troviamo anche opere (disegni, dipinti, collages, sculture) dei maggiori esponenti del movimento futurista come Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Fortunato Depero e Gino Severini.
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