Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
03
dicembre 2009
fino al 23.I.2010 Italo-americani Milano, Fonte d’Abisso
milano
Una manciata di opere in una piccola galleria. Un tema noto ma circoscritto a dovere. In sintesi, una bella mostra, che parecchio ha da insegnare ai curatori italiani. E che merita una visita...
Esiste un flusso
bidirezionale, fra l’Italia e l’America, negli anni che hanno preceduto la
Biennale di Venezia del 1964, quella che segna l’inizio dello strapotere
statunitense nell’arte. Il flusso è frutto d’una molteplice quantità di fattori
d’interesse, nelle due direzioni.
Di questa
bidirezionalità, la Galleria Fonte d’Abisso di Milano rende conto esaminando
una sola direzione: la linea tracciata dagli italiani andati in America e dagli
americani le cui origini italiane sono determinanti (e testimoniate da nomi
quali Salvatore Scarpitta e Conrad Marca-Relli).
Marco Meneguzzo,
nel saggio che accompagna il catalogo Silvana Editoriale, propone una lunga
introduzione, con la quale presenta i fattori storici che hanno favorito questo
flusso bidirezionale e, dopo quattro pagine dalle quali emerge per esempio il
diverso ruolo delle città di Venezia, Roma e Milano nei percorsi di scambio,
lascia aperta la domanda: “Perché i nostri sono andati in America?”. Una questione
complessa, rispetto alla quale la mostra della piccola galleria milanese
propone più di un contributo.
Il primo è
istituzionale e consiste nel presentare, per frammenti, un saggio di questo interesse,
esponendo per ciascun autore poche opere, che tuttavia sono in grado di rappresentare
la sua poetica, in alcuni casi mettendo in evidenza declinazioni diverse dello
stile, talvolta in chiave più europea e talaltra in chiave più americana.
Bello da questo
punto di vista l’esempio di Afro, del quale si vede un Crepuscolo
d’estate, del ‘56, che è un’espressione tradizionale della sua
pittura, e poi un Untitled del 1963, dove i rossi e l’effetto del
collage sono sintomi di una maggior libertà, ariosità, forse spensieratezza. Un
altro esempio è dato dalle opere di Piero Dorazio e dal modo in
cui Sempre verde del 1959 si stacca, con le escrescenze luminescenti di cui
il campo pittorico è denso, dalle altre due sue opere in mostra, più facilmente
inseribili nella sua pittura degli anni ‘50 e ‘60.
Il secondo
contributo che la mostra dà è di piacere, come spesso succede nella galleria
milanese. Dovendo presentare in antologica i vari artisti che devono esser
inseriti nel flusso di cui si diceva, la mostra propone anche lavori meno
convincenti, come quelli di Arnaldo Pomodoro.
Ma compensa poi
con opere di forte impatto emotivo. Oltre a quelle già citate, aggiungiamo il
piccolo bronzo nero di Costantino Nivola, il modo in cui Conrad
Marca-Relli tratta il rosso sulle sue lamiere, differenziando soltanto tra
opaco e lucido, in Exit 4 L – 10 – 62, o la freschezza con la quale le
sabbie su vinile di Adra (Toti Scialoja, 1958) accoglie il pubblico in
galleria.
bidirezionale, fra l’Italia e l’America, negli anni che hanno preceduto la
Biennale di Venezia del 1964, quella che segna l’inizio dello strapotere
statunitense nell’arte. Il flusso è frutto d’una molteplice quantità di fattori
d’interesse, nelle due direzioni.
Di questa
bidirezionalità, la Galleria Fonte d’Abisso di Milano rende conto esaminando
una sola direzione: la linea tracciata dagli italiani andati in America e dagli
americani le cui origini italiane sono determinanti (e testimoniate da nomi
quali Salvatore Scarpitta e Conrad Marca-Relli).
Marco Meneguzzo,
nel saggio che accompagna il catalogo Silvana Editoriale, propone una lunga
introduzione, con la quale presenta i fattori storici che hanno favorito questo
flusso bidirezionale e, dopo quattro pagine dalle quali emerge per esempio il
diverso ruolo delle città di Venezia, Roma e Milano nei percorsi di scambio,
lascia aperta la domanda: “Perché i nostri sono andati in America?”. Una questione
complessa, rispetto alla quale la mostra della piccola galleria milanese
propone più di un contributo.
Il primo è
istituzionale e consiste nel presentare, per frammenti, un saggio di questo interesse,
esponendo per ciascun autore poche opere, che tuttavia sono in grado di rappresentare
la sua poetica, in alcuni casi mettendo in evidenza declinazioni diverse dello
stile, talvolta in chiave più europea e talaltra in chiave più americana.
Bello da questo
punto di vista l’esempio di Afro, del quale si vede un Crepuscolo
d’estate, del ‘56, che è un’espressione tradizionale della sua
pittura, e poi un Untitled del 1963, dove i rossi e l’effetto del
collage sono sintomi di una maggior libertà, ariosità, forse spensieratezza. Un
altro esempio è dato dalle opere di Piero Dorazio e dal modo in
cui Sempre verde del 1959 si stacca, con le escrescenze luminescenti di cui
il campo pittorico è denso, dalle altre due sue opere in mostra, più facilmente
inseribili nella sua pittura degli anni ‘50 e ‘60.
Il secondo
contributo che la mostra dà è di piacere, come spesso succede nella galleria
milanese. Dovendo presentare in antologica i vari artisti che devono esser
inseriti nel flusso di cui si diceva, la mostra propone anche lavori meno
convincenti, come quelli di Arnaldo Pomodoro.
Ma compensa poi
con opere di forte impatto emotivo. Oltre a quelle già citate, aggiungiamo il
piccolo bronzo nero di Costantino Nivola, il modo in cui Conrad
Marca-Relli tratta il rosso sulle sue lamiere, differenziando soltanto tra
opaco e lucido, in Exit 4 L – 10 – 62, o la freschezza con la quale le
sabbie su vinile di Adra (Toti Scialoja, 1958) accoglie il pubblico in
galleria.
vito
calabretta
mostra visitata
il 19 ottobre 2009
dal 19 ottobre
2009 al 23 gennaio 2010
Italo-americani.
Arte tra USA e Italia dalla ricostruzione al boom
a cura di Marco Meneguzzo
Galleria Fonte
d’Abisso
Via del Carmine, 7 (zona Brera) – 20121 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 10.30-13.30 e 15-19
Ingresso libero
Catalogo Silvana editoriale
Info: tel. +39 0286464407; fax +39 02860313; info@fdabisso.com;
www.fdabisso.com
[exibart]