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07
maggio 2009
fino al 23.V.2009 Gao Yu Milano, Primo Marella
milano
La sua dote non è l'invisibilità. La sua creatura è un cartoon panda che indossa una tuta spaziale. Una personale che arriva anche nello stand del MiArt. Portando colore, perfidia e allusione. E uno smaccato repêchage...
di Ginevra Bria
Il mondo dei combattenti. La galassia dei cartoni sparsi. Le stelle degli eroi dai nomi stranieri. Son i tre segnali decisivi, le tre chiavi d’atmosfera che determinano il carattere centrale delle raffigurazioni di Gao Yu (Guizohou, 1981; vive a Chongqing). Formulaici disegnati su stereotipi, la fantasia crea assiomi che contagiano anche altre rappresentazioni di artisti-autori cinesi, tra i quali Chen Ke, Wei Jia, Han Yajuan, Zang Hui e Feng Zhengquan.
Gao Yu, in particolare, alla sua prima personale italiana – dal titolo Singing Stars – dà prova di essere uno dei maggiori esponenti della cartoon generation, un gruppo di artisti giovanissimi che rappresenta già uno dei più pittoreschi e riconoscibili fenomeni dell’arte contemporanea cinese. A pochi anni dal suo esordio (avvenuto nel 2005 in A Cartoon Generation, mostra seminale svoltasi a Pechino), già compete con la più affermata cartoon art giapponese, con a capo l’ultraglobale Nara e il famosissimo Murakami.
Ma Gao Yu è un sognatore cattivello, un moderno cosmonauta che cerca di attraversare il reale e l’immaginario senza passare per le terre del simbolico; apportando invece ai propri lavori (disegni, dipinti, sculture e cartoon-video) fantasia, tradizione, innovazione, violenza e candido romanticismo.
I suoi protagonisti sono il frutto di un repêchage dai miti della cultura cinese, a partire dal panda – simbolo nazionale zoomorfo, animale dal carattere docile ma all’occorrenza combattivo – sino ad arrivare al coniglio lunare, traslitterazione del protagonista di un antico racconto buddista, nel quale l’animale rivela d’essere visibile solo durante le notti di Luna piena, apparendo sulla superficie della Terra come se fosse l’apparizione di un fantasma.
Attraverso un tratto grafico lineare, compatto e grottesco, con un’irriverenza che è di una cattiveria senza precedenti, Gao Yu ribalta l’accezione positiva di mondi spaziali indistruttibili, emblemi dotati di una sfumatura caricaturale candy seppur maligna. Il risultato è il comparire obliquo di personaggi in orbita, creaturine tonde, divertenti ma perfide come eroi viziati dalla televisione.
Le ambientazioni e gli sfondi dell’artista-disegnatore sono ricreati attraverso una campitura piatta che interessa la stesura di colori vivaci; intensità cromatiche prevalentemente legate agli spazi astrali, rivisitati attraverso contorni pronunciati e netti, che confinano le cose negli spazi a loro assegnati.
Attraverso i suoi progetti, Gao Yu racconta gli innesti impronunciabili che denunciano la sovrapposizione di molteplici stimoli, d’indecifrabili supporti comunicativi e di sopravvivenze al reale. L’artista, laureato nel 2003 al Sichuan Fine Art Institute, dopo un anno espone già insieme a un gruppo di artisti allo He Xiangning Art Museum di Shenzhen, dove consacra l’inizio della sua interessante carriera espositiva.
Gao Yu si rivela da subito un artista statico e ricettivo allo stesso momento, capace di seguire sempre una propria originalità nell’utilizzo dei diversi supporti, dando vita a un linguaggio fatto di violenza accennata e manifesta. Un linguaggio legato all’immaginario codificato del fumetto e degli animation movie.
Gao Yu, in particolare, alla sua prima personale italiana – dal titolo Singing Stars – dà prova di essere uno dei maggiori esponenti della cartoon generation, un gruppo di artisti giovanissimi che rappresenta già uno dei più pittoreschi e riconoscibili fenomeni dell’arte contemporanea cinese. A pochi anni dal suo esordio (avvenuto nel 2005 in A Cartoon Generation, mostra seminale svoltasi a Pechino), già compete con la più affermata cartoon art giapponese, con a capo l’ultraglobale Nara e il famosissimo Murakami.
Ma Gao Yu è un sognatore cattivello, un moderno cosmonauta che cerca di attraversare il reale e l’immaginario senza passare per le terre del simbolico; apportando invece ai propri lavori (disegni, dipinti, sculture e cartoon-video) fantasia, tradizione, innovazione, violenza e candido romanticismo.
I suoi protagonisti sono il frutto di un repêchage dai miti della cultura cinese, a partire dal panda – simbolo nazionale zoomorfo, animale dal carattere docile ma all’occorrenza combattivo – sino ad arrivare al coniglio lunare, traslitterazione del protagonista di un antico racconto buddista, nel quale l’animale rivela d’essere visibile solo durante le notti di Luna piena, apparendo sulla superficie della Terra come se fosse l’apparizione di un fantasma.
Attraverso un tratto grafico lineare, compatto e grottesco, con un’irriverenza che è di una cattiveria senza precedenti, Gao Yu ribalta l’accezione positiva di mondi spaziali indistruttibili, emblemi dotati di una sfumatura caricaturale candy seppur maligna. Il risultato è il comparire obliquo di personaggi in orbita, creaturine tonde, divertenti ma perfide come eroi viziati dalla televisione.
Le ambientazioni e gli sfondi dell’artista-disegnatore sono ricreati attraverso una campitura piatta che interessa la stesura di colori vivaci; intensità cromatiche prevalentemente legate agli spazi astrali, rivisitati attraverso contorni pronunciati e netti, che confinano le cose negli spazi a loro assegnati.
Attraverso i suoi progetti, Gao Yu racconta gli innesti impronunciabili che denunciano la sovrapposizione di molteplici stimoli, d’indecifrabili supporti comunicativi e di sopravvivenze al reale. L’artista, laureato nel 2003 al Sichuan Fine Art Institute, dopo un anno espone già insieme a un gruppo di artisti allo He Xiangning Art Museum di Shenzhen, dove consacra l’inizio della sua interessante carriera espositiva.
Gao Yu si rivela da subito un artista statico e ricettivo allo stesso momento, capace di seguire sempre una propria originalità nell’utilizzo dei diversi supporti, dando vita a un linguaggio fatto di violenza accennata e manifesta. Un linguaggio legato all’immaginario codificato del fumetto e degli animation movie.
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Primo Marella Gallery
Viale Stelvio, 66 (zona Maciachini) – 20159 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 11-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0287384885; info@primomarellagallery.com; www.primomarellagallery.com
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