Polvere d’arte annovera artisti già affermati e tra i più interessanti della scena contemporanea. Tra loro: Eva Marisaldi, Italo Zuffi, Marcello Maloberti, Francesco Simeti, Luca Pancrazzi, e poi anche Marina Ballo Charmet, Amedeo Martegani, Pier Paolo Pagano, Vincenzo Cabiati, Gianluca Codeghini, Elena Cologni, Giulio Lacchini, Luca Vitone, Luca Patella.
Minimo comune denominatore tra i lavori esposti la “povertà” dei materiali utilizzati, il minimalismo delle forme. Si sente l’eredità dell’Arte Povera, nel gesto di Elena Cologni, che nel suo video riprende le proprie mani nell’atto di spandere polvere per l’aria, con un gesto che rimanda alla semina del terreno, ma anche alla pioggia, come ad una mano quasi divina, dispensatrice di una manna salvifica.
L’installazione site specific di Francesco Simeti, Avanti popolo, richiede un attimo di attenzione da parte dell’osservatore: delicata e trasparente, visibile solo in controluce, proprio come la polvere. Simeti affolla i vetri delle finestre dell’ex Gea di un popolo in marcia che fa pensare ad una risurrezione del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo. Ma il popolo di Pellizza da Volpedo era energico, robusto e nerboruto, come la struttura fisica dei contadini forgiati dal lavoro dei campi, mentre Simeti mette in marcia una folla quasi invibile. Come fossero dei fantasmi, ombre di un passato irrimediabilmente perduto.
Luca Vitone crea dei punti di luce, come finestre fatti di fogli bianchi di carta, su cui la polvere è stata lasciata libera di lasciare il segno del suo passaggio, mentre Italo Zuffi ne La fronte al vetro fotografa interni dimessi da angolature inusuali, coglie dettagli inquietanti di ambienti abbandonati: opere che sembrano vicini alle atmosfere sospese dei lavori fotografici e dei video delle gemelle inglesi Jane e Louise Wilson.
Eva Marisaldi infine, traccia sul pavimento delle ex Grafiche Ambrosiane il perimetro di un campo da tennis, in polvere di gesso, con un gesto che è minimo e delicato, eppure altera la percezione del luogo disegnando l’esterno nell’interno, suggerendo l’altrove, o forse solo ciò che avrebbe potuto essere.
Avrà da rammaricarsene chi ha perso l’inaugurazione: la sera della vernice si è svolta come un evento multimediale e multidisciplinare di alto profilo: Elio Grazioli ha presentato La Polvere nell’arte, il testo che ha dato origine alla mostra – appena edito da mondadori – in una conferenza con interventi di Marco Belpoliti e Marco Senaldi. In seguito i musicisti Steve Piccolo e Gak Sato, si sono esibiti in una improvvisazione sonora sul video Twoways di Luca Pancrazi. Una performance che forse -con le atmosfere urbane infestate evocate dal Theramin suonato da Gak Sato, calzante contrappunto alle immagini di Pancrazzi – è stata il punto più alto toccato dalla mostra.
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Mah! Ho visto la mostra ed ero presente anche all'inaugurazione. Sì! Tanta gente ma il coinvolgimento emotivo non c'e' stato secondo me. A sentire le scontatezze di Grazioli e Belpoliti sulla polvere nell'arte da Duchamp sino ad eventi storico-politici come la caduta del muro di Berlino e la strage delle Torri Gemelle...Senaldi non l'ho sentito, sono andato a vedermi la mostra senno' mi addormentavo a sentire Belpoliti. La mostra: il solito pretesto per mettere insieme quattro gatti con lavori improvvisati, un modo per concludere la stagione. E poi quella specie di jam session era troppo anni Settanta! Come mai queste cose non si dicono? Perche' sempre noiosissimi articoli poco propositivi e sempre piattamente uniformati ad un resoconto piu' o meno neutrale nei confronti dell'evento?
Mostra davvero scontata. Praticamente dei saldi fuori stagione.
giusto Katharina, e' l'unico che si salva in questa mostra.
Pierpaolo Pagano!