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Bernd Ribbeck (1974) non si confonde, lo si distingue per architetture mentali, porzioni di paesaggi assonometrici, forme dai colori vivaci d’impatto tridimensionale, strutture euclidee e sfere intersecanti, dipinte anche su tavole di legno come predelle quattrocentesche, come dispositivo logico dell’attività pittorica.
L’artista tedesco affascina con la visualizzazione di tarli mentali intorno all’idea di architettura monumentale con una decina di opere di piccole dimensioni esposte in occasione della sua mostra monografica nella galleria di Norma Magione, a Torino, eseguite con una tecnica raffinata di stratificazioni di colore, cancellature impercettibili di linee diritte, verticali, orizzontali, grafismi diversi, poi graffiati con coltelli, colori acrilici, spatole, e alternate a segni dati con penne a sfera e pennarelli. Affascinano le sue anomale architetture dai volumi contrapposti tracciano che prospettive illusorie, spazi utopici, capaci di fondere la visione occidentale razionalista con tensioni spirituali orientali, di tensione orfico- astratte, in cui le proporzioni unite all’illusione ottica culminano in sorprendenti architetture immaginarie, squadrate ma enigmatiche.
Nelle sue opere la stratificazione di tecniche diverse, i colori e la composizione di elementi visivi geometrici- astratti indagano i meccanismi negli effetti dell’ingranaggio plastico, attingendo dalla psicologia della percezione e la Gestalt. Da questa prima importante scuola di psicologia della percezione, si pone l’attenzione sulla definizione della coppia di concetti figura/sfondo, sia nella visione tridimensionale che in quello bidimensionale.
Ribbeck conferisce una volumetria oggettuale a solidi dipinti,compatti che occupano l’intera superficie dell’opera, dove il colore, l’architettura immaginaria, utopica, destabilizzano il nostro orientamento con innesti assonometrici volutamente ambigui. I suoi monumenti “impossibili”, coniugano dinamismo e solidità compositiva, come se ci fosse al suo interno una forza nell’immagine autoreferenziale, che lo spettatore coglie, anche nella ripetizioni di forme geometriche e vettori dotati di direzioni molteplici, armonizzate in schemi formali interessanti tesi il soggetto alla rappresentazione di un equilibrio visivo che però non è sinonimo di staticità. Le sue opere configurano organizzazioni spaziali che producono effetti destabilizzanti sul piano percettivo, strutturate, tutte da scoprire osservando linee e colori, intersezioni volumetriche di una plasticità altrimenti invisibili.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 7 novembre
Dal 7 novembre al 23 dicembre 2015
Bernd Ribbeck Monument Valley
Norma Magione Gallery
Via MatteoPescatore 17, Torino
Orari: martedì a sabato 15.30-19.30
Info: www.normamagione.com info@normamagione.com