Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il confronto con Leonardo e la sua Ultima Cena, icona di Expò 2015 di Milano non è impresa semplice. L’installazione di Gregorio Botta, Un’Altra Ultima Cena visibile in Triennale a Milano, fino al 24 maggio, organizzata dagli studenti dell’Università Iulm, coordinati da Vincenzo Trione e sostenuta dalla Fondazione Fendi, crea immediatamente un’atmosfera particolare, una spiritualità dettata da pochi materiali, densi di memoria, dove il fattore tempo, diventa una presenza evanescente scandita dal rumore dello scorrere dell’acqua, il punto di partenza di un viaggio silenzioso nella sacralità laica. Il protagonista è il lungo tavolo coperto da una tovaglia di piombo, dove sono appoggiate le dodici coppe di cera che contemporaneamente accolgono e offrono acqua in un movimento continuo.
Sono loro che rievocano i calici della cena, per una riflessione profonda sul significato del cibo, per indagare il valore del nutrimento, un processo che parte dalla terra e si trasforma in energia, uno dei misteri legato alla vita che nell’installazione si sviluppa intorno alla forma quasi magica della coppa, simbolo che tende verso l’alto, adatto all’atto del ricevere, del contenere, dell’offrire, azioni antiche che partono dalla memoria, dal passato, arrivano al presente, per approdare nella sfera del silenzio. Qui nascono nuove intimità che Botta indaga con il suo profondo senso poetico che si ritrova in tutto il suo lavoro.
Un luogo senza tempo e senza geografie, dove si respira una tensione verso l’assoluto, un passaggio necessario per raggiungere una dimensione di pace, che si sviluppa in quel territorio dove nasce una zona di ambiguità tra il terreno e lo spirituale, dove niente è definitivo, dove esiste la sospensione temporale. Un’installazione dove la semplicità gioca con l’essenzialità, per un’arte che non vuole essere mai narrativa, che rifiuta ogni possibilità di spettacolarizzazione, e dove si analizza il “non tempo del tempo”, il “pieno vuoto”, il “silenzio della parola”, opposti che creano una nuova dimensione, poco conosciuta e non facilmente accessibile, aperta a continue esplorazioni e sperimentazioni. Domani a Roma, presso la e Libreria Arion di Piazza Montecitorio, verrà presentato il libro La Tavola di Dio di Lauretta Colonnelli che dialogherà proprio con l’opera di Gregorio Botta.
Bettina Bush
mostra visitata il 14 maggio
Dal 14 al 24 maggio 2015
Gregorio Botta, Un’Altra Ultima Cena
Triennale di Milano
Viale Alemagna 6, Milano
Orario: da lunedì a domenica 10.00-23.00
Info: 02 724341, www.treinnale.org