Scesi da una ripida scalinata Rizhoma si presenta come un salotto, con i piccoli pegni del riconoscimento degli artisti lasciati a Martina Colajanni appesi alle pareti; girato l’angolo quello che invece si ha davanti è un piccolo white cube dove si respira pienamente l’aria degli edifici di ringhiera di Milano, dei loro spazi concepiti nei primi anni del Novecento, e l’incontro con i pezzi di Arianna Carossa provoca davvero la vertigine di uno spaesamento: «C’è la volontà di vedere oltre il semplice fastidio, fisico e mentale, che questa indeterminatezza può portare. Ma oltrepassando il confine si può tuttavia intendere il disorientamento come rimedio», scrive Colajanni nel pezzo dedicato alla nuova collaborazione. Perché Rizhoma, nella sua mission, persegue anche l’obiettivo del confronto continuo, con una serie di progetti dove saranno chiamati a collaborare, nello spazio, una serie di altri curatori, «perché la condivisione è un modo implicito per guardare attraverso gli occhi e idee di più persone unite per un unico scopo» afferma Martina. Per ora però continuiamo a perderci tra gli oggetti “ansiosi” di Arianna Carossa dove cornici, immagini, frammenti di specchi, mobili e parti di arredo sono uniti a creare una visione da ricomporre come un rebus. Senza soluzione.
Matteo Bergamini
mostra visitata il 31 gennaio 2013
dal 30 gennaio al 25 febbraio 2013
Arianna Carossa – Displaces
Rizhoma Gallery
Via Plinio 20 – (20129) Milano
Orari: Su appuntamento
Info: +39 329 9298792, rizhoma.gallery@gmail com, www.rizhomahousegallery.it
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