Tre anni dopo la prima mostra nella galleria-seminterrato
di via Bazzini, la sensazione che si avverte è quella di un flashback: chi
visitò l’effervescente personale del duo brasiliano (che in quell’occasione
inaugurò lo spazio della galleria) ritrova oggi la stessa carica espressiva e
poetica che contraddistinse la mostra dal titolo
Assum Preto.
Otavio & Gustavo Pandolfo (San Paolo del Brasile, 1974), i
due gemelli pionieri del writing brasiliano, proseguono nel loro percorso
artistico costituto da un segno riconoscibile e personalissimo, ma soprattutto
dalla loro immediata capacità di restituire – attraverso il colore e le linee –
il riflesso di un mondo onirico; non un delirio completamente svincolato dalla
realtĂ , piuttosto una visione che parte proprio dalle strade di San Paolo, dai
volti delle persone, dai muri e dagli oggetti che per necessitĂ vanno a formare
quell’
accrochage che conosciamo come favelas.
Nos braços de um anjo (
Tra le braccia di un angelo) è il titolo scelto per la mostra
e che subito introduce in quel mondo sospeso tra un sentimento malinconico,
struggente, e la levità del vivere semplice del popolo brasiliano. Ed è proprio
il piccolo interno ricostruito in una stanza della galleria a rappresentare il
cuore di questa nuova prova: un giaciglio con una coperta di lana, oggetti
dimenticati e senza valore raccolti dai due artisti nell’hinterland milanese,
che creano sulle pareti della stanzina una crosta di stratificazioni dove le
cose piĂą banali e ormai irriconoscibili vanno a costituire un mosaico che
sembra non appartenere piĂą a un tempo e a un luogo specifico.
Fotografie di
chissĂ chi, appena ritoccate dagli artisti, fanno capolino tra detriti e grossi
tomi impolverati. Un vecchio televisore acceso emette immagini e note che rimandano
alle origini del duo e che, messo lì accanto al lettino, sembra evocare un
piccolo focolare domestico.
Eppure, è da quest’ambiente residuale, da questo piccolo
mondo di cose senza un apparente valore che il duo innesca la narrazione dolce che
accompagna i visitatori verso le altre opere. Da qui si aprono piccoli spiragli
e porte verso situazioni e personaggi fantastici, come la piccola figura umana
che si libra sopra un mare minaccioso e che immediatamente trasforma la stanza
in una scialuppa di salvataggio.
Il colore, vero leitmotiv delle opere degli
Os Gemeos, si manifesta con energia sui
corpi e sugli abiti dei personaggi rappresentati, oltre a ricoprire ogni
superficie disponibile nello spazio, mostrando la straordinaria capacitĂ dei
gemelli di interpretare il dato cromatico attraverso l’utilizzo della vernice
spray o i colori acrilici impiegati con precisione e con una tecnica che mira
sempre a conferire estrema fisicitĂ a quelle figure dalla tipica pelle gialla e
dallo spirito scanzonato, rese talvolta astratte dagli sgargianti pattern che
contraddistinguono taluni sfondi o abiti.
Che siano nani o giganti, sono sempre la rilettura di “tipi”
umani che popolano le strade e il mondo underground dei writer. Ma che sempre
riceviamo come protagonisti di un’unica canzone, felicemente in bilico tra
realtĂ ed evasione da questa.