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Fino al 25.III.2016 | Adami, Del Pezzo, Schifano, Tadini (50 anni dopo…) | Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea, Milano

di - 22 Marzo 2016
Correva l’anno 1965, addì 11 novembre, quando Valerio Adami, Lucio del Pezzo, Mario Schifano, Emilio Tadini, quattro moschettieri della pittura, all’epoca ancora sconosciuti, espongono all’inaugurazione dello Studio Marconi, ieri piccolo spazio, oggi Fondazione distribuita su tre piani, opere degli anni ’60 come remake di documenti visivi di una vitalità creativa sorprendente, senza cedere a ricognizioni nostalgiche del passato. Questa raffinata mostra collettiva guarda al futuro, ripercorrendo la storia di Giorgio Marconi, gallerista, collezionista appassionato d’arte contemporanea, e di Milano.
È un omaggio alla creatività grafica anche la replica dell’invito stampato per l’occasione identico a quello originale del ’65: una scatola contenente quattro riproduzioni di opere, una per ciascun artista. Ogni cartoncino è un piccolo puzzle: un piccolo capolavoro di grafica, che fa venir la voglia di vedere la mostra, pensata per i giovani di tutte le età, per quelli che non hanno vissuto il clima inebriante della Milano anni Sessanta e per quelli che c’erano, ma si sono dimenticati di cosa succedeva intorno al mitico Bar Jamaica nel cuore del quartiere di Brera negli anni del trionfo della Pop Art.
Sfilano nella Fondazione Marconi in via Tadino, polo della cultura milanese d’eccellenza, una sessantina di opere di grande impatto cromatico, compositivo e formale. Di Valerio Adami (1935), all’epoca trentenne, stupiscono dipinti in cui è già maturo quel suo linguaggio grafico-pop dal segno sintetico stilizzato che poi lo ha reso riconoscibile, ipnotizza la grande opera intitolata L’uovo rotto (1964), dal quale esce una Rolls Royce, rossa fiammante al posto del tuorlo d’uovo, è una chicca Blam (1964), ispirata ai fumetti, al linguaggio pop di Roy Lichtenstein.

Nella prima sala al piano terra della Fondazione, sono una rivelazione le opere  dall’inventiva surrealista, indimenticabili per un brulicante cromatismo dall’effetto rivitalizzante e dall’immaginario figurativo onirico che piacerebbe a Hieronymus Bosch, stupiscono per leggerezza Quasi preso, ma non ancora (1964-65), dipinto su tela montata in legno tondo, Dopo la sei giorni (1965), Le Vacanze Inquiete (1965) e La famiglia irreale d’Europa (1965), sorprendono una serie di opere “senza titolo” e nove  tavolette su legno che compongono Biografia (1964-65), queste e altre opere sono una delizia per gli occhi e un calembour per la mente.
Di Mario Schifano (1934-1998), tra gli artisti più rappresentativi della “scuderia Marconi” sono esposte opere d’attrazione cromatica fatale, come il capolavoro giallo e nero intitolato Congeniale (1960), un dipinto dalle onde sinuose di blu oltremare dal titolo Vero amore incompleto (1962), e infiamma lo sguardo con un rosso vivace Bisogna farsi un’ottica (1965), e in questa carrellata non poteva mancare tra le altre opere d’ispirazione pop,  il celebre Futurismo rivisitato (1965), con le silhouette riconoscibili di Marinetti, Boccioni, Carrà, Severini e Russolo.
Al secondo piano spiccano le pitture-sculture metafisiche di Lucio Del Pezzo (1933), con composizioni degli esordi d’ispirazione neodada e successivamente risolte in soluzioni geometriche rigorose di elementi plastici diversi. In questi “teatrini” patafisici, l’assurdo è di scena e la natura un presupposto formale per rigorose architetture mentali in cui tempo e memoria si assemblano in un eterno presente. Non si dimentica La Fabbrica geometrica (1963), questa e altre opere evocano quelle di Giorgio Morandi del periodo Metafisico e di Alberto Savino, così Le Stele napolitaine (1965),e catalizza lo sguardo Grande quadro d’oro (1964), e il total-white Omaggio a Conrad Grahle (1963). La mostra da non perdere è una briosa ricognizione storica con brio e carica di sorprese.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata 19 febbraio
Dal 9 febbraio al 25 marzo 2016
Adami, Del Pezzo, Schifano, Tadini (50 anni dopo…)
Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea
Via Tadino 15 – 20124 Milano
Orario: dal martedì al sabato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00
Info: info@fondazionemarconi.org – www.fondazionemarconi.org

Jacqueline Ceresoli (1965) storica e critica dell’arte con specializzazione in Archeologia Industriale. Docente universitaria, curatrice di mostre indipendente.

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