“All is On” sottotitolo della prima mostra personale di Allison Katz (1980), artista canadese si distingue per una rielaborazione della pittura figurativa in chiave concettuale, rarefatta,con un pizzico di surrealtà cinica, nella galleria di Giò Marconi, con opere presentate alla Kustverein di Friburgo e nuovi dipinti realizzati per l’exploit milanese.
Il titolo “AKA”, imposto dall’artista, si basa su associazioni linguistiche complesse per noi incomprensibili nella traduzione dei suoi testi dall’inglese all’italiano, è una parola palindroma, riferita all’architettura del progetto espositivo appositamente studiato dall’autrice per la galleria milanese dove, dipinto dopo dipinto dalle tinte intense e con segni a tratti graffianti, l’assurdo è di scena. Katz rivisita le avanguardie storiche artistiche del’900: Nabis, Fauves, Espressionisti e Transavanguardisti, con vena pop-narrativa e concettuale, come riflessione attorno alle possibilità della pittura per indagare gli intrecci del nostro immaginario.
Le sue figure s’inscrivono in una dimensione enigmatica dal segno incisivo in bilico tra geometria e realismo magico. Basta uno sguardo d’insieme dell’elegante esposizione per cogliere nei suoi dipinti (realizzati tra il 2014 e il 2016), un’inafferrabile ambivalenza dall’evidente capacità composita e figurativa dello spazio e la sensibilità cromatica. L’obiettivo è il confine labile tra parola e immagine, come un presupposto del suo linguaggio raffinato. I suoi dipinti “impaginati” sulle pareti della galleria sembrano racconti impossibili, rebus mentali, con immagini che si fissano della memoria.
Non si dimenticano i suoi cani azzurri Anyone whit the wish (2015), tre nasi fluttuanti nello spazio che disegnano profondità insolite Noses (3), (2016), il corpo di Cristo su cui s’innesta un giovane uomo con abiti anni’50 Rules (2015), una maschera tragica del teatro greco incorniciata da capelli azzurrati Marienbad Fountain Off (2016), poi serpenti, scimmie, uova metafisiche e altri elementi formali tradotti in un originale alfabeto visivo, che spiazzano e incuriosirebbero Magritte, Raymond Queneau e Umberto Eco. Queste e altre opere “disegnano” un percorso espositivo strutturato a doppio senso di marcia che può essere letto entrando o uscendo dalla sala, non guasta il suo manierismo grafico iconizzante, sdrammatizzato da un tocco pop-vintage evidente in particolare in una sequenza di manifesti esposti all’ingresso della galleria come glossario visivo della sua poetica dall’identità ibrida.
Questi dipinti (per più olio su tela), tradiscono la logica, sorprendono per architetture mentali, intrecci tra immagini e concetti, cortocircuiti visivi che dilatano il senso dello spazio e del tempo. Complici i colori dalle tonalità luminose, a volte diafani altre compatti, come immediato veicolo emozionale e concettuale, passando attraverso composizioni rigorose e attitudini illusorie. Le opere esposte seguono un senso narrativo, un fine equilibrio tra un frammento e una tensione grafica d’insieme in cui l’inganno visivo è una chiave di lettura, in bilico tra icasticità figurativa e profondità spaziale.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata l’11 febbraio
Dall’11 febbraio al 25 marzo 2016
Allison Katz, All is on
Giò Marconi,
via Tadino 20, Milano
Orari: da martedì a sabato, dalle 11:00 alle 19:00
Info: info@giòmarconi.com, www.giòmarconi.com