Categorie: milano

fino al 25.V.2008 | Rumore: un buco nel silenzio | Milano, Spazio Oberdan

di - 14 Marzo 2008
La bacchetta di un direttore d’orchestra è appesa a un albero. Oscilla nel vento a dirigere i rumori di ciò che la circonda: il traffico, le voci dei passanti, lo stormire delle fronde. All’esterno, Conductor di Kris Martin introduce alla mostra dello Spazio Oberdan, arrivata dall’ultima edizione del Festival di poesia di Watou, per cui è stata ideata, portandone traccia nelle poesie che l’accompagnano.
Il cambiamento di sede ha influenzato la fisionomia di un’esposizione pensata per spazi più ampi, sacrificando parte delle opere lì esposte, ma soprattutto compromettendo la godibilità di quelle presentate e, in parte, l’idea stessa che sottostà alla mostra. Se è vero che rumore e silenzio si coappartengono come facce di una stessa medaglia, allo stesso modo non possono coesistere che alternandosi, creando un ritmo di suoni e pause che devono essere percepibili. Purtroppo, la scelta di riunire in un’unica stanza otto video eterogenei ha fatto sì che le opere si contaminassero, rendendo faticosa o addirittura impossibile la piena fruizione dei momenti e degli intervalli sonori che le costituiscono.
La mostra non segue un criterio filologico, ma sviluppa alcune suggestioni, rendendo un doveroso omaggio a due momenti artistici. Innanzitutto al Futurismo, con un pianoforte rivisitato secondo le istruzioni di Filippo Tommaso Marinetti e l’immancabile Luigi Russolo con il Risveglio di una città. All’artista friulano e al suo manifesto L’arte dei rumori sembrano collegarsi anche i tre video dedicati al mondo silenzioso della natura e degli animali, opposto a quello rumorosissimo della modernità.

A Fluxus il secondo omaggio, silenzioso come i tre pianoforti rielaborati e restituiti dalla dimensione di strumenti musicali a quella di oggetti scultorei. Il più eloquente è quello di John Cage, rovesciato su una pila di tessuti con il titolo Please Play, invito allo spettatore con riferimento alla celeberrima composizione 4’ 33’’.
Nel gioco delle suggestioni che struttura la mostra vengono articolati gruppi di opere che si rimandano come versioni mute o sonore di uno stesso motivo. Come il sorriso silenzioso dei cento re di Diego Perrone e la fragorosa risata in omaggio a Gino De Dominicis di Lara Favaretto. O il linguaggio dei segni con cui Jordan Wolfson traduce il finale del Grande Dittatore e la commovente videoinstallazione di Melik Ohanian, che fa parlare le mani di alcuni disoccupati armeni. Oppure, ancora, l’acqua scrosciante sulle parole a china di Marcel Broodthaers, poi silente e immobile nelle boccette di Joko Ono, ideale preludio al silenzio tombale e definitivo dell’ora blu di Jan Fabre.

In generale, la mostra ha il pregio di riunire alcune opere di tutto rispetto e artisti di grosso calibro, ma non convince pienamente. Forse proprio a causa della struttura con cui è affrontato un tema così ampio. Perché la scelta di un percorso evocativo fatto di suggestioni può sì giustificare la mancanza di qualcosa, ma non è detto che sia in grado di far bastare quello che contiene.

articoli correlati
Silenzio alla Fondazione Sandretto

stefano mazzoni
mostra visitata il 26 febbraio 2008


dal 27 febbraio al 25 maggio 2008
Rumore: un buco nel silenzio
a cura di Gwy Mandenlinck e Giacinto Di Pietrantonio
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto, 2 (zona Porta Venezia) – 20124 Milano
Orario: da martedì a domenica ore 10-19.30; martedì e giovedì ore 10-22
Ingresso: intero € 6,20; ridotto € 4,10; gratuito il primo martedì di ogni mese
Catalogo Electa, € 35
Info: tel. +39 0277406300; www.provincia.milano.it/cultura

[exibart]

Visualizza commenti

  • Fatica, forte disagio e frustrazione per non poter godere delle opere prese singolarmente, viene voglia di fuggire dopo pochi istanti. Il curatore è davvero troppo devoto al Futurismo ed all'affluenza di suoni che ne deriva (appena finita una mostra a Bergamo sempre curata da lui) da pensare di poter applicare il Russolo pensiero a video che necessariamente vanno visti nella delicatezza dei loro silenzi (come il famoso repertorio su Beyus, qui peraltro in un mini televisore) o suoni delicati.

  • Libetta ha ragione. Ho portato degli amici architetti in mostra per convertirli all'arte, ma ne sono usciti con grande disagio. Casino totale...

Articoli recenti

  • Opening

herman de vries: è suo il secondo appuntamento di Dep Art Out a Ceglie Messapica

Appuntamento questa sera, 28 luglio, con “be here now”, l’esposizione dei tre lavori inediti che l’artista olandese herman de vries…

28 Luglio 2024 0:02
  • Mostre

The Morbid Palace: una collettiva riporta in vita una ex chiesa abbandonata nel cuore di Genova

La galleria Pinksummer porta l’arte fuori dalle sue mura espositive per fondersi con la città presentando una collettiva estiva dal…

27 Luglio 2024 17:01
  • Mostre

La pioggia e il velo, Rita Ackermann e Cy Twombly in dialogo alla Fondazione Iris

Manna Rain: le nuove piogge astratte e cinematografiche di Rita Ackermann in dialogo con l’eredità di Cy Twombly, per la…

27 Luglio 2024 16:10
  • Mercato

Il Ponte Casa d’Aste è stata acquisita dai francesi Millon & Associés

La maison italiana fondata nel 1974 fa il suo ingresso nel gruppo d’aste Millon, ma mantiene forte la sua identità

27 Luglio 2024 12:31
  • Fotografia

Other Identity #122, altre forme di identità culturali e pubbliche: Cristina De Paola

Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…

27 Luglio 2024 12:10
  • Bandi e concorsi

WineWise, la open call di Art Days che porta l’arte tra i vigneti della Campania

WineWise: parte la open call per artisti emergenti promossa da Art Days Napoli Campania. In palio la produzione di un'opera…

27 Luglio 2024 10:00