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La Mostra “Metamorfosi. Uno sguardo alla scultura contemporanea.”, apertasi al Museo d’arte di Mendrisio, ex Convento dei Serviti, è una collettiva di opere di 24 artisti, ticinesi, svizzeri e provenienti da vari Paesi del mondo.
Sembra che il primo intento di queste opere imprevedibili, eccentriche, diverse tra loro, sia stupire chi visita la mostra – “épater les bourgeois” si sarebbe detto un tempo – creare di proposito dei monstra, nel significato latino del termine, cioè portenti, prodigi, fenomeni eccezionali, da esporre sullo stile delle ben note Wunderkammer, molto in voga dal tardo Rinascimento fino all’Illuminismo.
Ma cosa può impressionare o meravigliare l’uomo d’oggi, abituato a una realtà che spesso supera l’immaginazione? Se questa fosse l’unica chiave di lettura delle opere degli artisti che espongono alla mostra “Metamorfosi” di Mendrisio, l’esito sarebbe tutto sommato abbastanza deludente.
C’è di più nei loro lavori. Al di là delle generazioni, delle provenienze e delle esperienze diverse maturate da ognuno, urge in essi il bisogno di ritrovare un dialogo con la natura, riscoprirla attraverso le interpretazioni, spesso fantasiose ma anche ludiche, ironiche, provocatorie, con una certa sensibilità surrealista che resta sottotraccia.
Fino a parodiare, per dir così, la natura stessa, ricorrendo alle tecnologie più avanzate, speculando sul micro e sul macrocosmo per individuarne i significati nascosti, carpirne il messaggio ultimo. E, soprattutto, godere dei piaceri estetici che ancora essa, pur così trasformata, può riservare.
Recupero della natura, quindi, ma senza dimenticare il gusto, se non di dissacrarla, almeno di provare a sostituirsi ad essa, facendo leva su materiali naturali o provenienti da riciclo (legno, ceramica, radici di bambù, erba, fiori essiccati, bronzo, acciaio, materiali plastici, vetro, camere d’aria, scarti di computer, reti metalliche) ma anche nuovi, che spesso richiedono una complessa lavorazione (cemento modificato, argilla laccata, plexiglass, polistirolo, poliuretano, pietra lavica artificiale).
Pensiamo all’enorme cuore pulsante (otto metri) di Carlo Borer, con i due stantuffi che ruotano e incombono nella stanza con il loro ritmo ossessionante, o alle viscere di porcellana colorata di Ai Weiwei.
Una natura stravolta come negli involucri-organi di Matteo Emery, nel cervello di un’ipotetica balenottera di Claudia Losi, nelle forme biomorfe di John Armleder, Jean Arp, Selina Baumann. Nel mondo vegetale, da scoprire le architetture botaniche di Christiane Löhr, le radici avviluppanti di Teres Wydler, gli ibridi di Lupo Borgonovo, oltre alle bizzarrie della serie Salmigondi di Christian Gonzenbach e gli assemblaggi fiabeschi di Gerda Steiner e Jörg Lenzlinger.
Julia Steiner ricostruisce una superficie magmatica nera, Alan Bogana dei profili montagnosi su vetro acrilico, Julian Cahrrière recupera pietre laviche artificiali e Tony Cragg col suo bronzo platinato stratifica l’immagine di un viso. Gli spazi si allargano con Benedetta Mori Ubaldini e le sue esili meduse di rete metallica che aleggiano per aria legate a fili sottili, anticipati dai Parassiti di Lorenzo Cambin, e la visione delle Pleiadi di Penelope Margaret Mackworth-Pread.
Tocchi di erotismo nella scultura di Serge Brignoni, e nell’opera di Meret Oppenheim, fino alla scultura-favo di Mirko Baselgia, ai garofani-concrezioni di Luisa Figini e Rolando Raggenbass e il genoma rampicante di Loris Cecchini.
Ugo Perugini
mostra visitata il 5 aprile
Dal 9 aprile al 25 giugno 2017
Metamorfosi. Uno sguardo alla scultura contemporanea.
Museo d’arte di Mendrisio
Piazzetta dei Servi 1
Orario: dal martedì al venerdì dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 14,00 alle 17,00, sabato, domenica e festivi 10,00-18,00
Info: www.mendrisio.ch/museo tel. 041 058 688 33 50