-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il puro atto creativo, l’intuizione prima di un artista ha sempre affascinato i critici d’arte: l’idea originaria che poi scaturirà nella materia dell’opera finale è stata da sempre analizzata e parzialmente descritta. Bellissime sono le celebri pagine di Paul Valery in Scritti sull’Arte in cui viene spiegato come Degas vedeva nell’atto creativo “solo problemi di una matematica più sottile dell’altra, che nessuno ha saputo rendere esplicita e di cui ben pochi sospettano l’esistenza”.
Questa alchimia artistica ha la massima espressione proprio nel disegno preparatorio che, spesso, rappresenta la manifestazione più diretta, senza la presenza di filtri o di limitazioni, del talento dell’artista; ed è significativo che proprio nei disegni degli scultori si manifesti un’attenzione quasi maniacale per i singoli particolari, attenzione dovuta al fatto che l’oggetto prodotto è tridimensionale ed impone una padronanza assoluta della materia.
Il Museo Minguzzi prosegue, dunque, nella meritoria esposizione di disegni di grandi scultori e, dopo lo splendido taccuino di Possagno del Canova, presenta una cinquantina di bellissimi studi di Giacomo Manzù per la scultura bronzea dedicata ad Alice Lampugnani. Tali disegni sviscerano compiutamente le diverse fasi lavorative dell’opera di Manzù ed, insieme allo splendido bozzetto in cera della statua, sono gli strumenti usati dall’artista per giungere all’opera finale. Proprio dal confronto tra la grande statua dedicata alla amica ed ispiratrice e i diversi studi risulta evidente come anche il più semplice panneggio sia stato in realtà accuratamente studiato e preparato. Ma ciò che maggiormente resta impresso è soprattutto il valore assoluto delle opere esposte, valore che spinse, nel 1955, il grande critico Carlo Ludovico Ragghianti a paragonarli ad opere di grandi maestri del passato del calibro di Andrea del Sarto, Correggio, Delacroix, Manet e Leonardo. Un altro nome che torna in mente è quello di Piero della Francesca per la grande ieraticità e monumentalità di alcuni studi, soprattutto del volto di Alice Lampugnani. In ogni caso il miglior commento che si possa fare di questi studi è riportare le ispirate parole del Ragghianti, presenti nel catalogo edito da Skira: “vi sono in questo firmamento di disegni (…) alcune orbite particolari, come nei semoventi fogli leonardeschi: un motivo si può vedere enuclearsi, crescere, definirsi, accentuare le sue acme espressive con dei battiti tremendamente vibranti, reagire nelle sue diverse flessioni animate, dando una immagine imperiosamente immediata del dibattito vivente che la forme ebbe, o meglio ha per sempre nello spirito teso dell’artista”.
Articoli correlati:
I disegni di Canova
Le opere e i libri di Manzù
Luca Scalco
Manzù. Studi per il Grande Ritratto di Signora. Disegni per Alice Lampugnani. Fino al 25 novembre 2001. Milano, Museo Minguzzi, via Palermo 11, tel 02.8051460, fax 02.8690174. Orario: tutti i giorni, dalle ore 10.00 alle ore 18.00; chiuso il lunedì. Ingresso: £ 12.000, ridotto £ 8.000. Visite guidate: £ 150.000 per scolaresche e universitari, £ 200.00 per gruppi di adulti. Catalogo mostra: £ 25.000. Edizioni Skira.
[exibart]