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fino al 25.XI.2007 | Lorenzo Cicconi Massi | Milano, Forma

di - 16 Novembre 2007
Sono le terre e i volti dell’Italia quelli scelti da Lorenzo Cicconi Massi (Senigallia, 1966) per la sua prima personale in patria -che arriva a Milano in seguito al debutto nella città di nascita- dopo il trionfo al premio fotografico più ambito da ogni fotoreporter, che lo spinse a scattare fino in Cina.
I paesaggi delle Marche, le irrequietudini degli adolescenti della sua città, i ricordi dei giochi per le strade, la figura dell’uomo e della natura che si compenetrano, cristallizzati nei bianchi e neri spinti fino allo stremo del contrasto, e raccolti in cinque sezioni tematiche, svelano il mondo del fotografo, in una raccolta di scatti emotivi che inizia dal 1990, quando Cicconi Massi era ancora uno studente di sociologia all’università, e si conclude nel 2006.
L’inizio della mostra è affidato a Le strade per giocare (1990-1993) e ai suoi bambini. Sfumature e sfocature creano un sospensione irreale, che sembra rincorrere il mito dell’infanzia perduta. A fare da contrappunto, sulla parete antistante, Fedeli alla tribù (2000-2003): la puerizia lascia il passo all’adolescenza e ai suoi turbamenti. Giochi di ombre, sguardi che si sottraggono all’occhio indiscreto della macchina fotografica, lo straniamento da un contesto preciso si fanno portatori del disagio dell’età di mezzo.
A corollario delle due indagini nel mondo dei giovani -chiaro retaggio della formazione e degli studi dell’artista- Paesaggio delle Marche (1999-2005). La regione natìa si trasforma in geografia emozionale, in cui i paesi, l’ambiente, la natura si perdono in scatti che si trasformano in composizioni astratte, riportate alla figurazione solo dal comparire di panni stesi, bandiere al vento del sentimento dell’appartenenza alla terra.
Bisogna spostarsi al piano superiore per vedere Alberini (2000-2006). Ancora una volta, Cicconi Massi gioca sulla non figurazione della natura, trasformando, nelle mini fotografie 6×6 centimetri, alberi in forme astratte e indistinguibili. Linee nere sulla carta che segnano l’indefinizione del creato. Nella sala delle capriate, gremita di sedie che quasi impediscono di muoversi, la meraviglia di Un altro mondo (1999-2000). Qui è la figura umana a fondersi con il paesaggio, a diventare silhouette, a confondersi con la vegetazione, stagliandosi in essa e diventandone parte integrante.

Tutto il lavoro è meta-fotografia, in cui l’immagine -anche quando solo un ritratto- è finalizzata a dare un messaggio altro. I forti contrasti, le luci violente, le ombre, non fanno che accentuare questa peculiarità. Non c’è mai una figura umana nettamente definita, c’è sempre un particolare nello scatto a offuscarne la nitidezza; lo stesso vale per i paesaggi, tramutati in forme immateriali e intangibili. Una mostra in bilico tra lirismo e indagine sociologica, dalla grande tensione artistica, cosa inconsueta nel fotoreportage, che tiene alta la bandiera della fotografia di qualità italiana.

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mostra visitata il 7 novembre 2007


dal 24 ottobre 2007 al 25 novembre 2007
Lorenzo Cicconi Massi – Viaggio intorno a casa
Forma – Centro internazionale di fotografia
Piazza Tito Lucrezio Caro, 1 (zona Ticinese) – 20136 Milano
Orario: da martedì a domenica ore 10-20; giovedì ore 10–22
Ingresso: intero € 7,50; ridotto € 6
Catalogo Contrasto
Info: tel. +39 0258118067; info@formafoto.it; www.formafoto.it

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Visualizza commenti

  • Ho visitato la mostra e mi è piaciuta molto. Ammetto che sono un pò di parte visto che mia madre è di Senigallia e conosco Cicconi Massi da quando un'amica mi regalò una sua immagine per la mia laurea. Una fotografia che si intitolava "Mare, primo sguardo" che raffigurava il mare di Senigallia, mare che conosco bene e dove ci ho vissuto tante estati da bambina e che tuttora frequento...
    Ora abito a Bergamo e non ho perso l'occasione per visitare la prima mostra fotografica di Cicconi Massi "fuori da casa".
    E' evidente l'influenza di Mario Giacomelli, sia per lo stile, la tecnica che per i soggetti rappresentati... ma in Cicconi Massi ci percepisce ugualmente uno stile personale che riesce ad andare oltre, senza cadere nell'imitazione. In particolare mi è piaciuta molto il tema "Fedeli alla tribù" uno sguardo sul difficile mondo giovanile e adoloscenziale... Oltre alle fotografie mi piacciono le citazioni e le spiegazioni che il fotografo riesce a dire per "raccontare" con le parole scritte le sue immagini.
    Vorrei segnalare che sempre allo Spazio Forma c'è una altra eccellente mostra di Mimmo Jodice "Perdersi a guardare".
    Vale la pena visitarla.

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