15 marzo 2005

fino al 26.III.2005 Chantal Joffe Milano, Galleria Monica De Cardenas

 
Corpi femminili morbidi e sensuali. Aromi nascosti tra le coltri, sguardi fieri e combattivi o adombrati da un velo di tristezza. Tradotti da una pittura energica, passionale, ribelle. Quella di Chantal Joffe. Come insegna Charles Saatchi…

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Piccole esistenze, squarci di vita quotidiana come foto scattate a sorpresa da un’amica, o da un amante. Sono le ragazze di Chantal Joffe (1969, St. Alban): donne senza nome, con un’identità non ben specificata, ma allusa dagli sguardi penetranti e dal contesto -paesaggi, interni, talvolta fondi astratti morbidi come lenzuola- in cui l’artista le ritrae. Lo fa con pennellate veloci, espressione della freschezza di quei corpi giovani e sensuali, e attraverso una maniera pittorica che le ha valso lo scorso anno l’assunzione all’olimpo Saatchi della Young British Art cui, con la sua figurazione, appartiene di diritto.
Joffe dipinge atmosfere inquietanti, livide, volti carichi d’insoddisfazioni, segnati da sofferenze che non conosceremo mai, come delle Sarah Kane nel delirio precedente il suicidio, utilizza tele di piccole Chantal Joffe dimensioni –ma che per la recente mostra allo spazio Bloomberg di Londra si sono fatte monumentali- intime come le pose dei personaggi che vanno a indagare, talvolta allusive, altre innocenti. Entra nelle loro vite, ne preleva dei frammenti, immortalandoli come in fotografia, interpretandoli con la pittura, eliminando il più possibile connotazioni, al di là della fisionomia o dell’abbigliamento. Per raccontare e focalizzare una realtà femminile, sorvolando il privato delle sue ammalianti Walking Women, Blondies e Brunettes, o delle ipnotiche Two Girls (così rassomiglianti alle gemelle fotografate da Diane Arbus e riprese da Kubrick in Shining). Un privato, questo, che l’artista ci offre così, nell’attimo immediato di un presente eterno. O –ancora- nei suoi collages di carta colorata, in cui ogni ipotetico referenzialismo, sia relativo alla figura che al contesto in cui è immersa, si annulla nella visione ideale della femminilità e delle sue declinazioni, in cui la vocazione a una lettura psicologica della realtà da parte dell’artista viene assunta in primo piano.
Lo spettatore è così invogliato a chiedersi quale sia la storia delle sue protagoniste, il loro rapporto con Chantal, a cercare nello sfondo una traccia narrativa, un segno che dica qualcosa in più, che ne etichetti l’identità. Salvando chi guarda, in extremis, dalla sensazione di vuoto sconfortante in cui viene proiettati immediatamente, perché impotente, incapace di cogliere e comprendere un dolore così profondo, un’espressione compiacente. O magari solo un cenno di amichevole complicità.

santa nastro
mostra visitata il 4 marzo 2005


Chantal Joffe
a cura di Monica De Cardenas
Monica De Cardenas – Via Francesco Viganò 4 – 20124 Milano
Tel: +39 0229010068
Fax: +39 0229005784
www.artnet.com/decardenas.html
Monica@decardenas.com
Ore d’apertura: Martedì-Sabato 15-19


[exibart]


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