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Atteggiamento nomade di reversibilità di tutti i linguaggi del passato”: così Achille Bonito Oliva definiva il clima post-moderno della Transavanguardia, e così forse si può verbalmente circoscrivere il fenomeno tedesco dei
Neue Wilden, movimento neoespressionista sorto negli anni ’70 presso l’autogestita Galerie am Moritzplatz.
Intimamente sedotto dalla
Heftige Malerei, dalla pittura gestuale, violenta,
Helmut Middendorf (Dinklage, 1953) si fa portavoce di un’esperienza artistica dagli esiti accattivanti, in evidente affinità con l’Espressionismo della prima avanguardia: pennellate libere, sregolate, contrasti marcati e scelte cromatiche audaci, che si servono del colore -tanto nelle tinte quanto nell’applicazione- non per naturalizzare, ma per derealizzare.
È a partire dagli anni ’90 che l’artista tedesco, ancora memore dello stile precedente, si apre alle istanze astrattiste: griglie, riquadri modulari, bande di colori, e ancora minuscoli punti disseminati sulla tela -quasi una rievocazione
pointiliste– e trame di losanghe che si associano a pennellate furiose, grovigli di colore di memoria pollockiana e toni accesi, brillanti.
I lavori esposti da Cannaviello, realizzati tra il 2006 e il 2007, esibiscono composizioni ora ordinate, ora scompaginate, astrazione e sapiente ironia nell’oscillare tra fonti alte, auliche (
Dürer,
Rembrandt,
Goya,
Daumier)
e basse, triviali, dichiaratamente pop (fumetti, illustrazioni recuperate dai romanzi “d’appendice”, barzellette e scarabocchi, ma anche fotografie e immagini tratte da riviste).
Middendorf dimostra un’estrema abilità nel manipolare registri diversi e un’insolita capacità nel padroneggiare molteplici tecniche: pittura, disegno, collage e fotografia, senza tralasciare una generale attitudine compositiva contrassegnata da una sorta di
horror vacui, che lo induce a colmare lo spazio della tela con minutissimi dettagli, spesso del tutto indifferenti a un’unità di tempo e d’azione. Significativa è, inoltre, la presenza degli animali: come l’artista stesso sottolinea, “
l’animale nell’arte è una rappresentazione figurata dell’uomo. E c’è un’assegnazione caratteriale: la volpe astuta, l’asino sciocco, il serpente falso…”.
Nonostante gli esordi tra i Nuovi selvaggi, Middendorf ha tuttavia sviluppato un percorso artistico autonomo, una ricerca innovativa che gli ha permesso di non sentirsi meramente ascrivibile a una tendenza. Alla domanda “
sei solitario?”, l’artista confessa: “
Come artista, pittore, sei sempre solitario. Anche quando hai iniziato in un gruppo, e ci si feconda reciprocamente, arriva sempre il punto in cui ti ritrovi solo, indipendente”.