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02
marzo 2009
fino al 26.IV.2009 Marcelino Stuhmer Bergamo, Jade
milano
Essere pronti a spararsi. Grandi attori, un famoso pensatore e un eccellente regista sotto le grinfie dell’elaborazione artistica. Un’indagine profonda, che si snoda come una pellicola. Tra finzione cinematografica e paradossali somiglianze...
Ecco la formula: nuovo spazio, “vecchi” artisti. Ma è necessario chiedere immediatamente venia a Marcelino Stuhmer (Salt Lake City, 1971; vive a Milwaukee) per l’appellativo virgolettato, che è da interdersi esclusivamente come un elogio alla carriera.
Scendendo le scale che conducono alla Jade Art Gallery, lasciandosi alle spalle l’eleganza del Kristi Restaurant che sta al piano superiore, si intraprende un viaggio sulla celluloide. Una serie di scatti funge da prologo al progetto site specific che occupa il main space. S’intitola Mirror in the Sky (2008) la sequenza fotografica dedicata al mito della cultura americana degli anni ’50, il drive-in. La superficie delle stampe è continuamente interrotta, ritoccata; le immagini sono frutto di patchwork e sovrimpressione, e in seguito rifotografate. E già nel titolo si ritrova la riflessione (mai termine fu più equivoco) che guida l’intera produzione dell’artista e che ha nello specchio, e nei media che ne sono il simulacro, il suo fulcro concettuale.
Get ready to Shoot Yourself (2008) è un’installazione complessa e articolata, sia per l’ampiezza dello spazio coinvolto che per la varietà delle scelte stilistiche. Un labirinto di specchi, che riproduce la location in cui è girata la scena tratta da La Signora di Shanghai (1947) di Orson Wells, definisce il percorso verso la proiezione di Last Breath on the Mirror (The angel of Death). Nel video, la manipolazione dell’artista frammenta i fotogrammi, ricomponendoli come in un collage, amplificando la possibilità di sdoppiamento fornita dalle superfici specchianti.
“A differenza dell’esperienza sensoriale vissuta in una sala cinematografica, dove le immagini si muovono e lo spettatore rimane fermo, qui è il movimento del pubblico ad attivare la rottura della sequenzialità temporale così come fondere elementi reali e virtuali della rappresentazione”, scrive in catalogo Sara Mazzocchi, curatrice della mostra. Gli specchi riflettono, s’infrangono, riproducono sagome dipinte, alternate e accostate, poste l’una di fronte all’altra.
Nella serie di dipinti che accompagnano la struttura labirintica e la videoproiezione, i volti degli attori protagonisti sono immortalati in uno scatto improvviso, che li gela nell’istante. Molte pose sono caratterizzate dallo sguardo dei personaggi sempre diretto verso l’esterno, verso lo spettatore, come se si stessero osservando, come se ci stessero osservando.
La nota di chiusura non può che andare ad Arthur Banister (as played by Gilles Deleuze) (2008). La tela in cui è riprodotto probabilmente il più noto ritratto del filosofo esplicita il gioco di specchi infiniti sulla vetrina a cui lo stesso è appoggiato. E, forse, rivela la suggestione alla base di tutto il progetto.
Scendendo le scale che conducono alla Jade Art Gallery, lasciandosi alle spalle l’eleganza del Kristi Restaurant che sta al piano superiore, si intraprende un viaggio sulla celluloide. Una serie di scatti funge da prologo al progetto site specific che occupa il main space. S’intitola Mirror in the Sky (2008) la sequenza fotografica dedicata al mito della cultura americana degli anni ’50, il drive-in. La superficie delle stampe è continuamente interrotta, ritoccata; le immagini sono frutto di patchwork e sovrimpressione, e in seguito rifotografate. E già nel titolo si ritrova la riflessione (mai termine fu più equivoco) che guida l’intera produzione dell’artista e che ha nello specchio, e nei media che ne sono il simulacro, il suo fulcro concettuale.
Get ready to Shoot Yourself (2008) è un’installazione complessa e articolata, sia per l’ampiezza dello spazio coinvolto che per la varietà delle scelte stilistiche. Un labirinto di specchi, che riproduce la location in cui è girata la scena tratta da La Signora di Shanghai (1947) di Orson Wells, definisce il percorso verso la proiezione di Last Breath on the Mirror (The angel of Death). Nel video, la manipolazione dell’artista frammenta i fotogrammi, ricomponendoli come in un collage, amplificando la possibilità di sdoppiamento fornita dalle superfici specchianti.
“A differenza dell’esperienza sensoriale vissuta in una sala cinematografica, dove le immagini si muovono e lo spettatore rimane fermo, qui è il movimento del pubblico ad attivare la rottura della sequenzialità temporale così come fondere elementi reali e virtuali della rappresentazione”, scrive in catalogo Sara Mazzocchi, curatrice della mostra. Gli specchi riflettono, s’infrangono, riproducono sagome dipinte, alternate e accostate, poste l’una di fronte all’altra.
Nella serie di dipinti che accompagnano la struttura labirintica e la videoproiezione, i volti degli attori protagonisti sono immortalati in uno scatto improvviso, che li gela nell’istante. Molte pose sono caratterizzate dallo sguardo dei personaggi sempre diretto verso l’esterno, verso lo spettatore, come se si stessero osservando, come se ci stessero osservando.
La nota di chiusura non può che andare ad Arthur Banister (as played by Gilles Deleuze) (2008). La tela in cui è riprodotto probabilmente il più noto ritratto del filosofo esplicita il gioco di specchi infiniti sulla vetrina a cui lo stesso è appoggiato. E, forse, rivela la suggestione alla base di tutto il progetto.
claudio musso
mostra visitata il 30 gennaio 2009
dal 23 gennaio al 26 aprile 2009
Marcelino Stuhmer – Get Ready To Shoot Yourself
Jade Art Gallery
Via Piccinini, 2 – 24122 Bergamo
Orario: da lunedì a sabato ore 10-15 e 18.30-23
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 035249523; info@jadeartgallery.com; www.jadeartgallery.com
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