Paradossalmente l’abilità degli
esponenti della scena low bit è stata quella di estrapolare soluzioni infinite
– audio e grafiche principalmente – da macchine che, secondo la più evidente
logica del progresso, erano state relegate al dimenticatoio tecnologico poiché
ritenute obsolete e non in sintonia con il ben più incalzante perfezionamento
di piattaforme e software di ultima generazione.
Vi è poi un coefficiente
ricorrente e non trascurabile quando si parla della riscoperta e della
rielaborazione di estetiche del passato, ovvero l’interesse da parte di
specifiche generazioni – quella degli anni ‘80 in questo caso specifico – semplicemente
sfiorate, che hanno vissuto parzialmente, in bilico fra infanzia e adolescenza,
quelle che all’epoca erano medium attualissimi, come il Nes, l’Atari e il Game
Boy, senza però fruirli con la maturità adulta.
Nelle immagini di Nullsleep, come
nella fantasia di un bambino, la percezione del gioco si fonde con la realtà e
la intacca perché troppo boriosa e scontata. Già nella serie New York
Romscapes del
2004 (ricordate la pianta piranha di Super Mario? Immaginatela apparire
attraverso un tombino in piena Canal Street) l’artista minava scontati panorami
della sua città con icone sottratte al repertorio del noto Game Boy. In Data
Spills la
dimensione del gioco viene intaccata, stavolta anche fisicamente, e i dati
insiti fuoriescono copiosi sullo schermo, finalmente liberati dai progressivi
livelli e dagli schemi programmati.
È l’errore sistematico che va a
sovvertire il paradigma di sistema. Come in BBB CHR BOX che, figlio delle teorizzazioni
di Lucio Fontana,
permettendo alla superficie di amalgamarsi con lo spazio, si relazione con
altri elementi, come luce e vuoto, i quali si inseriscono nella composizione
stravolgendo la cauta concezione di opera d’arte. La grafica del videogame
diventa un ricamo traslato in punta di laser che abbandona definitivamente il
proprio proposito giocoso per farsi sembianza rigida e astratta, modulata su
pixel e geometrie, estranea alla grafica pop ma vicina al grafismo spaziale.
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renata mandis
mostra visitata il 22 maggio 2010
dal 22 maggio al 26
giugno 2010
Jeremiah
Johnson aka Nullsleep – Data Spills
Fabio Paris Art Gallery
Via Alessandro
Monti, 13 – 25121 Brescia
Orario: da
lunedì a sabato ore 15-19
Ingresso
libero
Info: tel. +39
0303756139; fax +39 0302907539; fabio@fabioparisartgallery.com; www.fabioparisartgallery.com
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