Il primo viaggio in Europa del pittore
Zheng Zaidong (Taiwan, 1953; vive a Shanghai) approda presso la Galleria Curti/Gambuzzi di Milano. L’artista fa da tramite a una figuratività decisamente orientale, ma capace di incontrare con grande semplicità il gusto dell’Occidente. Rimangono dunque evidenti alcune caratteristiche del modo rappresentativo tradizionale: la disposizione sulla superficie in senso verticale, senza profondità anche quando sono suggeriti piani diversi; le figure stilizzate ma ora più sommarie, prive della minuziosità della grafica orientale, di cui rimangono tuttavia i temi classici (persone, alberi, case, arredi); la presenza di ideogrammi accanto ai soggetti dipinti, brani di antichi poemi cinesi che ricorrono anche nei titoli. Si tratta di tele permeate da un profondo lirismo, rivitalizzate dalla presenza dei colori intensi, saturi degli sfondi -soprattutto i verdi- e dalle grandi dimensioni delle opere.
In mostra sono presenti inoltre due dipinti rappresentativi di un diverso filone, più recente, sperimentato dall’artista. Si tratta di tele, sempre di grande formato, il cui sfondo è costituito da un collage di carta di riso bagnata e stropicciata. Il supporto, più movimentato e materico che in precedenza, è poi dipinto esclusivamente nei toni del bianco, del nero e dei grigi, salvo l’apparizione di soggetti in rosso, ad esempio una rosa. Qui la tematica si fa più malinconica, solitaria, anche nella scelta del soggetto (la partenza, il chiaro di luna), ma mai mesta. Il senso di solitudine è già presente altrove, senza però entrare in contraddizione con il tema del “piacere”, cui è dedicata l’intera personale, intitolata
Pursue pleasure while catching spring. Per Zheng Zaidong, il piacere non s’identifica solo con l’ipotesi dell’eccesso, anzi è spesso racchiuso in gesti, atmosfere o situazioni semplici e quotidiani, dal bere il tè all’abbandonarsi ai piedi delle montagne.
Nell’unione tra il grande formato delle tele -proprio per ragioni di spazio, un paio di opere sono visibili solo su richiesta- e l’utilizzo del colore risiede il punto di forza della mostra. Una forza non transitoria, ma in grado di approfondirsi con l’esame dei titoli delle opere. Un unico esempio: in
My head fils off with a bird il significato, oltre che pittorico, si fa concettuale. Al punto da avvicinare il quadro, anche figurativamente, al surrealismo magrittiano.
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