“Ho letto libri che non conoscevo, esplorato forme che non mi erano abituali”. In questo modo Lorenzo Mattotti ci indirizza verso la chiave di lettura di tutta la sua opera, in parte esposta nella mostra antologica allestita nei Musei di Porta Romana, a Milano.
Infatti, per l’artista si può benissimo parlare di esplorazione attraverso spazi diversi: pittura, fumetto, cinema, illustrazione, grafica, moda.
La sua ricerca si sviluppa verso queste direttrici, mantenendo, in ogni caso, un costante contatto con un segno grafico incisivo ed un colore carico di valenze semantiche.
Sono questi i tratti essenziali che si evincono attraverso il percorso espositivo, proposto nella prima grande mostra dell’autore, che come altri talenti nostrani è più conosciuto all’estero che in patria.
Le sue prime prove si svolgono nell’ambito del fumetto. Sono datate intorno agli anni Settanta le collaborazioni con “Linus”, all’epoca diretto da Oreste del Buono, sul quale pubblicherà “Incidenti”.
In questo periodo è preponderante, la presenza del bianco e del nero, con un tratto molto graffiato ed inciso, con componenti che raggiungono un alto livello di drammaticità, aiutata anche dagli sfondi metropolitani, nei quali inserisce le storie.
E’ con “Spartaco”, all’inizio degli anni Ottanta, che irrompe il colore, anche se i contorni degli oggetti continuano ancora ad essere nettamente definiti dalla penna. Da questo momento in poi l’autore, pur non lasciando mai il disegno puro come dimostrano gli altissimi esempi di “Stigmate” (libro composto in collaborazione con Claudio Piersanti), rivolgerà la sua attenzione al colore.
Del 1984 è “Fuochi”, che lo porta alla ribalta della critica internazionale, dove la materia corporea, la massa dei personaggi viene risolta tutta attraverso l’uso sapiente del croma. Lo sviluppo delle potenzialità del colore si potrae fino alle ultime opere: “Stromboli” o la serie di anonimi volti femminili. La tavolozza di Mattotti è vastissima e l’autore non perde la varietà della gamma cromatica cambiando tecnica.
All’interno della mostra è allestita una sala video nella quale sono proiettati documentari ed interviste all’autore, cortometraggi animati (tra cui “Eugenio”), sigle televisive e un’anteprima di Pinocchio, diretto da Enzo D’Alò, film d’animazione la cui uscita è prevista per il 2002.
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