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fino al 26.XI.2005 | Andreas Schulze / Marco Belfiore | Milano, Le case d’arte

di - 8 Novembre 2005

“La patafisica è la scienza”, diceva nel 1898 il Dottor Faustroll. La scienza dell’irrealtà, dell’utopia, della beffa. Dell’arte che non prevede contrapposizioni di natura semantica. Che non assurge a dogma. Ma si abbandona al segno sciolto, a voluttuosi universi a metà tra incubo e fiaba, esplorabili unicamente declinando le facoltà percettive a favore dell’immaginazione. Il lavoro di Andreas Schulze (1955, Hannover), in mostra a Milano, congettura così l’abbattimento dello stato conoscitivo, dandosi alla violazione sfrenata dei codici della rappresentazione. E lo fa con sarcasmo. Partendo da un sistema di riferimento tradizionale, in cui è perfettamente inserito, elaborando le tecniche classiche della pittura e della ceramica, realizzata a Grottaglie dal maestro Franco Fasano. Con una sovrabbondanza di rimandi, da Arcimboldo ai surrealisti, che vanno ad innestarsi su una concezione attuale del design, creando veri e propri pezzi d’arredo. Vasi, lampade, centrotavola si vestono copiosamente di ornamenti biomorfi. Fiori, frutta, colori sfarzosi, superfici laccate conferiscono all’oggetto un aspetto ambiguo. Lussuoso, ma celante tra le righe un’aura mortifera. Un ammiccare al riguardante, invitato a superare fisica e trascendenza, nell’incontro con il delirio oppiaceo della patafisica. Schulze non dà un taglio interpretativo, non cerca una soluzione. Lascia che la sua arte agisca da lente deformante tra lo spettatore e l’universo delle cose. Che mutano in organismi viventi, senza nessuna pretesa d’esser altro da sé, scorrendo parallelamente ed indipendentemente rispetto al flusso irrefrenabile della realtà. Fantascienza pura, insomma.
Più coi piedi per terra, invece, Marco Belfiore, ligure, classe ‘80, ospite nell’altro spazio. Si presenta con un video, un’immersione improvvisa nel mondo dell’infanzia. Spiato con curiosità e nostalgia, con gli occhi di chi è appena diventato adulto. Patampa , questo il titolo, vuole essere commento poetico al tema del ricordo, una visione fuggevole -bianco e nero, virato seppia- che per un attimo distrae dai pensieri della quotidianità, proiettando nel passato. Ed è per questo che si offre al passante casuale, cogliendolo alla sprovvista, più che al pubblico militante dell’arte. Belfiore sceglie di rendere così il suo lavoro fruibile a tutti direttamente dalla strada, aprendo una finestra nella vetrina della piccola galleria. Attraverso di essa, con la freschezza del documentario, scorrono immagini di bambini intenti nei loro trastulli. E lo sguardo è guidato dalla telecamera in una dimensione estatica, in cui non c’è spazio per i dilemmi, verso sorrisi e particolari struggenti. E dentro di noi. Alla ricerca di quei giochi da un pezzo abbandonati.

santa nastro
mostra visitata il 9 ottobre 2005


Andreas Schulze/Marco Belfiore
Dal 7 ottobre fino al 26 novembre 2005
LE CASE D’ARTE, Via Circo, 1, 20123 Milano
tel. 02 72016262, Fax 028054071
info@lecasedarte.it – dal martedì al sabato dalle 15 alle 19

LE CASE D’ARTE PROJECT
Via Gorani, 8, 20123 Milano
Tel/Fax 028054071 – info@lecasedarte.it
www.lecasedarte.com
www.start-mi.net


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