âRauschenbergâ, scrive la curatrice
della mostra a Villa Panza, Susan Davidson, âè dedito al riciclo e possiede
quella capacitĂ rara di riuscire a scoprire sempre nuovi modi di impiegare quel che gli
altri dismettono, donando agli scarti una seconda vita che li rinvigorisce.
Esplora con grande zelo il vasto repertorio che arriva per lo piĂš a comporre
nei primi quattro anni di carriera, cominciata, a tutti gli effetti, nel 1949:
progressioni e sequenze temporali; formati basati su una griglia; sdoppiamenti,
raddoppiamenti, capovolgimenti; contrappunti che alternano lâaggiungere e il
togliere; infine il senso di una scala a dimensione dâuomo. Da quel momento
Rauschenberg riprende e si riappropria del proprio vocabolario artistico
personaleâ.
A testimonianza
dellâoperositĂ plasmatrice, linguistica e mnestica dellâartista americano, 38
opere di piccole, medie e grani dimensioni (di cui 8 nuovi acquisti) danno un
nuovo volto alla collezione (e ai suoi ambienti). Apportando nuova consistenza.
Strutture del quotidiano, radiatori, pezzi da sfasciacarrozze, insegne e
riesumazioni di recupero accartocciano le scuderie e il secondo piano della
Villa di Biumo, sotto il titolo di Gluts (âeccessiâ o âsaturazioniâ).
Dopo un tour
internazionale che ha coinvolto importanti sedi quali il Guggenheim di Venezia,
il Museo Tinguely di Basilea e il Guggenheim di Bilbao, lâesposizione di Varese
diventa una tappa dedicata a un tratto peculiare del percorso di Rauschenberg,
che ha riesumato
materiali di scarto sotto forma di emulazioni sfaccettate e visioni metalliche.
I Gluts,
infatti (1986-89 e 1991-95) fanno parte della sua ultima serie di sculture:
ferraglie come figure di pensiero che formalizzano un tutto in eccesso,
superando la somma delle singole parti.
A tal proposito, sulla modalitĂ
assemblativa, Rauschenberg puntualizzò: âĂ il momento dellâeccesso,
lâavidità è rampante. Tento solo di mostrarlo, cercando di svegliare la gente.
Voglio semplicemente rappresentare le persone con le loro rovineâ. E proseguiva: âPenso ai âGlutsâ
come a souvenir privi di nostalgia. Ciò che devono realmente fare è offrire
alle persone lâesperienza di guardare le cose in relazione alle loro molteplici
possibilitĂ â.
A Villa Panza, infatti,
altorilievi e contorsioni sono stati allestiti come reperti attuali. Ricordi
che portano violentemente impresse innate proprietĂ formali e veritĂ storiche
del quotidiano. Individualmente o nel suo insieme, dunque, la materia piegata
al volere della sopravvivenza resta traccia viva di un vocabolario artistico
viscerale.
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mostra visitata il 14 ottobre 2010
dal 13 ottobre 2010 al 27 febbraio 2011
Robert Rauschenberg â Gluts
a cura di Susan Davidson e
David White
Villa Menafoglio Litta Panza
Piazza Litta,
1 (loc. Biumo Superiore) â 21100 Varese
Orario: da
martedĂŹ a domenica ore 10-18 (ultimo ingresso ore 17.30)
Ingresso:
intero ⏠8; ridotti ⏠3
Catalogo
disponibile
Info: tel. +39
0332283960; fax +39 0332239669; faibiumo@fondoambiente.it
[exibart]
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Grande mostra, magnifico allestimento, incantevole location, puntuale e ben raccontato l'articolo qui sopra. Brava Ginevra!