Le sale della Civica Galleria d’Arte Contemporanea ospitano il terzo e ultimo appuntamento della rassegna curata da Flaminio Guardoni. Tre momenti espositivi con i quali si è voluto idealmente ripercorrere le vicende artistiche italiane degli ultimi decenni del secolo. Una selezione di artisti che, a partire dagli anni ’50, hanno contribuito a portare avanti il discorso pittorico all’interno di un panorama artistico internazionale sempre più ampio.
Nella prima tappa di questo percorso era stato preso in considerazione un gruppo di pittori e scultori che, a partire dalla seconda metà degli anni ’50, si era impegnato in un nuovo confronto con il reale ponendo, nelle opere, una maggiore attenzione all’esperienza sensibile. Nel secondo momento espositivo, avevamo invece visto alcuni artisti che, a partire dalla seconda metà degli anni ’60 e per tutti gli anni ’70, si erano avvicinati alle investigazioni concettuali: il dipingere era allora inteso come elemento primario che non teneva conto del riferimento al dato reale.
A rappresentare questa ultima tappa, si sono invece scelti artisti che si allontanano dal rigorismo ideologico che ha caratterizzato le ricerche artistiche concettuali, per ricercare una pura espressione. Si tratta di una nuova generazione che, a partire dalla seconda metà degli anni ’70, riscopre una nuova sensibilità e che, pur facendo tesoro delle investigazioni analitiche dei decenni ad essi coevi, non rinuncia ad esaltare, nelle proprie opere, gli aspetti poetici e le facoltà fantastiche. Una particolare sensibilità che ritroviamo, appunto, nei lavori presenti in mostra.
Le opere di artisti quali Piero Pizzi Cannella, Luca Caccioni e Davide Benati si distinguono per un accentuato lirismo e per una notevole delicatezza. Sulle tele dal fondo bruno di Luca Caccioni compaiono, come in un sogno, spettri di figure bianche, trasparenti ed evanescenti che silenziosamente dialogano con misteriosi segni simili ad una scrittura lontana, ormai dimenticata. Così come sulle tele in parte grezze realizzate da Pizzi Cannella affiorano, da una materia pittorica corposa, forme inconsistenti, immagini appena delineati che creano uno spazio sospeso.
Di notevole lirismo sono le opere di Davide Benati che, fin dagli anni ’80, elabora una raffinata pittura che guarda alle suggestioni dell’arte orientale. Con l’acquarello, l’artista realizza composizioni lievi, magiche trasparenze dalle quali nascono delicate superfici e leggere suggestioni.
Il colore è invece il protagonista delle opere di Italo Bressan e Giorgio Vicentini. Quest’ultimo realizza penetranti superfici cromatiche sulle quali le diverse direzione di pennellata creano ipotetici volumi di colore ed una straordinaria profondità spaziale. Se le tele di Vicentini trasmettono un senso armonico, di contro, di fronte alle opere di Bressan, lo spettatore si trova davanti ad un colore sfacciatamente acceso che esplode sulla superficie del quadro: una tensione espressiva creata da campiture cromatiche in un difficile equilibrio. Riferimenti figurativi sono invece presenti nelle opere di artisti quali Gianantonio Abate e Bruno Ceccobelli.
Elena Arosio
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ovvero "il ritono degli zombi"
Spesso le mostre che interessano sono distanti dalla nostra città...
Mi ha colpito questa descrizione di figure bianche che somigliano ad una scrittura lontana e dimenticata. Peccato che questa mostra sia lontana dalla mia città.