Nel cuore della vecchia Milano, nella Fondazione Arnaldo Pomodoro sembra emersa dal mare una misteriosa barriera corallina nello spazio sotterraneo che ospita la mostra personale dal titolo Modulo e Modello a cura di Marco Meneguzzo. Con la nuova serie di opere realizzate per l’occasione, Loris Cecchini materializza un’idea organica e strutturale insieme, da considerare come il frutto di una sperimentazione continua di forme fluide, biotecnologiche. Si traduce in una macro composizione Waterbones, costituita da centinaia di piccoli moduli chiamati non a caso “ossa d’acqua”, “ossa liquide” per evidenziare un concetto di liquidità e leggerezza paradossalmente solida, come metafora biologica dalla forma potenzialmente infinita.
Le sue microarchitetture fluide, dalle forme molecolari, svelano la passione dell’autore per la scienza, la chimica e i modelli matematici, che trovano nel modulo e nel diagramma una possibilità di materializzare un movimento sismico e curvilineo.
Il suo lavoro minimalista e organico al tempo stesso, d’ispirazione tecno – liberty , si sviluppa intorno al modulo, dedotto da studi in 3D di elementi naturali, simili a quelli visti al microscopio. Cecchini, semplificando, ha trasferito l’idea del diagramma in un ricerca a partire dai lavori degli esordi in materiali plastici in gomma uretanica grigia, fino ai più recenti moduli di acciaio, mettendo in campo tipologie diverse di lavoro.
Abbandonati i suoi “oggetti molli”, repliche di oggetti in scala reale che l’hanno reso riconoscibile in Italia e all’estero, per lo più suggeriti da un‘idea di decostruzione e deformazione, con sculture giacenti a terra come cadaveri senza vita, nei suoi recenti moduli di nuovo c’è che, dopo il periodo delle architetture (2003-2006) tipo roulotte, spazi curvi, corridoi, nuvole e moduli abitativi, Cecchini supera il limite formale delle cose per indagarne l’essenza, con l’obiettivo di ingigantire la più piccola molecola come un inno plastico alla vitalità delle forme, dall’energia incontenibile. La sua opera sinuosa, in bilico tra minimalismo e organicismo, astrazione e natura, dalla tensione metafisica si sviluppa nello spazio in modo processuale ed è completamente autonoma.
Cecchini vanta un curriculum invidiabile: due partecipazioni alla Biennale di Venezia (2001 e 2005), una personale al PS1 di New York e al Palais de Tokyo di Parigi e a Pechino e numerose mostre internazionali. Le sue micro e macro opere composte da moduli componibili in bilico tra solidità e liquidità, che materializzano strutture cellulari, si cristallizzano nella Fondazione, suggeriscono visioni metafisiche che sarebbero piaciute a Italo Calvino. La Natura, la biologia e la matematica sono evidenti anche nei lavori a muro pseudo cinetici Wall wave vibrations: piccole increspature che sembrano eruttare dalle pareti che plasmano misteriosi fenomeni sottocutanei. Queste alterazioni tattili che modificano la percezione dello spazio, fanno vibrare le pareti intonacate di bianco della Fondazione, con “altorilievi” che rappresentano onde sonore in un chiaroscuro intrigante, simili a dune di sabbia dal movimento ondulatorio; chissà forse ispirate ai cerchi impercettibili che una goccia d’acqua forma quando cade nell’acqua, da vedere più che raccontare.
Jacqueline Ceresoli
Mostra visitata il 18 marzo
Dal 19 marzo al 27 giugno 2014
Loris Cecchini Modulo e Modello
Fondazione Arnaldo Pomodoro
via Vigevano 9 Milano
Orari: dal mercoledì al venerdì dalle16.00 alle 19.00
Info: www.fondazionearnaldopomodoro.it