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fino al 27.VII.2012 | Markus Schinwald | Milano, Galleria Gió Marconi

di - 6 Luglio 2012
Tenta di risolvere l’enigma riportato nell’abstract (che sarebbe piaciuto a Breton), in modo surreale e onirico, Markus Schinwald (Salisburgo, 1973): artista preferito di Maurizio Cattelan, già osannato dalla critica in occasione della Biennale di Venezia del 2011, dove, all’interno del Padiglione austriaco, modificò lo spazio con la trovata scenografica della costruzione di un labirinto, fatto di corridoi bianchi sollevati un metro da terra con pareti altissime per coprire le identità dei visitatori e incorporarli nell’istallazione, mettendo in primo piano la visione delle loro gambe nervose e in movimento nello spazio.
A Milano, anche nella galleria di Gió Marconi, dove l’artista si presenta per la terza volta, si punta su una mostra  site-specific dall’impatto teatrale, celando i volti di misteriosi indagatori del mondo dei sogni, degli istinti umani che evocano le scenografia dell’assurdo e di un’improbabile versione del Flauto Magico di Mozart, suo conterraneo,  oppure L’Annunciazione di Alberto Savinio o Gli Amnati velati di Magritte.
Old wants-young desires, è il titolo  che allude alla dimensione liquida dell’immaginario, in cui l’inconscio è protagonista e dove i suoi pesci – chiamati Dalì, con i baffi lunghi e detti kissers perché nuotano baciandosi – sguazzano indisturbati negli acquari incastonati nelle pareti come altarini della visione. Le sue

opere rappresentano un complesso linguaggio di segni di un immaginario ibrido: in bilico tra sogni infantili, impulsi e istinti repressi e altre implicazioni simboliche sessuali adulte. Schinwald, dopo aver acquistato alcuni ritratti nelle aste minori, è intervenuto sui volti e sugli abiti dei personaggi, riqualificandoli sul piano formale, ed esprimendosi anche attraverso soluzioni  mimetiche esilaranti che rivelano la sua passione per la  moda. L’artista, dall’aria mite e i modi gentili, spiega: «Sono violazioni gentili, nulla di crudele. Non voglio torturare quei dipinti, come un chirurgo, piuttosto applico loro un bypass artificiale per tenerli in vita». Si passa poi dall’oscurità al bianco abbacinante delle pareti, entrando nell’altra sala, sul lato sinistro, al piano terra della galleria, dove ci si trova davanti a sette grandi libri a parete, aperti, dalle cui pieghe fanno capolino raffinate citazioni di organi sessuali femminili. Questi “messali”, fuori dal tempo, sono di un erotismo astratto e fanno da sfondo ideale ad una serie di sculture di gambe stilizzate, di contorsioniste abbarbicate sulle aste, che danno forma a movimenti congelati e ricordano, vagamente, quelli delle ballerine di Lap dance e Strip bar dei night club di Las Vegas, ma qui non c’è caos o trivialità: prevale il silenzio che spinge riflettere sulla metafisica del desidero, del mistero dell’Eros, del corpo solo evocato in eleganti forme che si espandono nello spazio.

jacqueline ceresoli
mostra visitata il 28 giugno 2012
dal 29 giugno al 27 luglio 2012
Markus Schinwald – Old wants, Young Desires
Gió Marconi
Via Tadino 15 (20124) Milano
Orario: dal lunedì al venerdì 10.00-13.00, 15.00-19.00
Info: 0229404373 – info@giomarconi.com – www.giomarconi.com

Jacqueline Ceresoli (1965) storica e critica dell’arte con specializzazione in Archeologia Industriale. Docente universitaria, curatrice di mostre indipendente.

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