Riprendendo il precedente ciclo
Vortex e rivisitandolo per mezzo d’un vivace impianto compositivo,
David Salle (Norman, Oklahoma, 1952) propone dodici nuovi lavori su lino, nei quali combina, in modo apparentemente aleatorio, immagini tratte da differenti fonti, dalla storia dell’arte alla pubblicità, dall’arte erotica alla cultura popolare. L’artista usa il
pastiche, un principio centrale del postmodernismo, tanto come forma quanto come contenuto delle proprie opere. Alle rappresentazioni erotiche di figure femminili associa vortici in cui s’intravedono personaggi di famosi manga giapponesi o immagini tratte dalla sua stessa tradizione figurativa. E talora li giustappone a oggetti, che spezzano così la bidimensionalità della tela.
Nell’accumulo e nel caos, tuttavia, Salle ritrova una forma di dialettica: la compresenza di molteplici elementi implica il dialogo tra forme e linguaggi differenti, le cui singole parti, seppur autonome, si legittimano vicendevolmente.
L’artista, spinto da senso di concretezza e urgenza rappresentativa, ricerca la trascendenza all’interno di un mondo materialmente frammentario, creando una nuova realtà eclettica, dove il contesto originario delle immagini e dei vari stili da cui prende ispirazione svanisce come un lontano ricordo. I suoi dipinti, infatti, neutralizzano e sovvertono le convenzioni narrative, trasformandosi in episodi in cui le immagini, apparentemente indipendenti, generano complesse composizioni, la lettura delle quali è caratterizzata da una visione fortemente sinestetica.
Salle propone, quindi, un gioco di contrasti sottolineati dall’uso di una luce dal taglio caravaggesco, dilata i confini dello spazio e del tempo per assemblarli in forme libere che dialogano tra loro senza soluzione di continuità. Privilegia gli aspetti costitutivi dell’immagine e risolve la rappresentazione del reale attraverso l’inserimento di oggetti nel quadro stesso. Una pratica artistica che induce lo spettatore a riflettere sul rapporto fra arte e realtà, grazie a una pittura cangiante, dallo stile intuitivo, che Salle ha iniziato a sperimentare al California Institute of the Arts, dove si è specializzato nel ‘75. Risalgono a quel periodo i primi tentativi di utilizzare in pittura le tecniche cinematografiche come il montaggio e lo schermo diviso. Una passione, quella per il cinema, condivisa anche da
Julian Schnabel -il quale, con
Salle e Ross Bleckner, rappresenta uno fra gli esponenti più importanti del Neoespressionismo- e che ha sempre accompagnato l’artista. Il cui debutto alla regia è avvenuto nel 1995 con
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