L’800 fu un secolo di straordinarie accelerazioni scientifiche, politiche e culturali: il positivismo, infatti, identificò proprio nel progresso l’unico vero traguardo dell’umanità, l’eredità della Rivoluzione Francese pervase tutto il secolo di fermenti insurrezionali che ebbero nel 1848 il loro apice, ed infine la rivoluzione artistica, in particolare dopo la metà del secolo, modificò definitivamente la rigide e vetuste regole della Accademia. Dunque un Mondo Nuovo improvvisamente si sostituì ad un altro che sembrava immutabile e cristallizzato da secoli: eppure proprio questo mondo, apparentemente straordinario, porterà drammaticamente l’umanità, come estrema
Naturalmente l’Italia fu tra gli ultimi paesi europei a cogliere la grandiosa novità di un mondo in febbrile rivoluzione: la sua tradizione e storia millenaria rese, infatti, il nostro paese restio ad aprirsi alle novità scientifiche e culturali che nel frattempo spopolavano non solo in Inghilterra ma anche in Francia e in Germania. Tuttavia alla fine del secolo anche la cosiddetta “italietta”, paese ancora istituzionalmente debolissimo e di recente formazione, si apre lentamente, e con molte cautele, alle strabilianti novità internazionali: in particolare Milano, agevolata anche dalla centrale posizione geografica, divenne il fulcro di questo processo di rapida industrializzazione. Proprio a questo specifico momento storico è dedicata una delle più complete ed approfondite iniziative
Il percorso della mostra, agevolato da un allestimento davvero innovativo e intrigante, permette di cogliere la genesi degli epocali mutamenti che modificarono definitivamente il volto e l’identità stessa della città meneghina : ed è proprio grazie alle opere d’arte e ai documenti fotografici che è possibile immedesimarci nella frenetica trasformazione della città e di percepire come i nostri avi accolsero tali mutamenti. Nella celebre opera di Bonzagni, I rifiuti della società, comprendiamo come l’industrializzazione milanese produsse anche dei gravi danni soprattutto nelle classi meno protette, mentre nello splendido ciclo di Previati – La ferrovia sul Pacifico, Il traforo delle Alpi, Il Canale di Suez – è esemplificata la totale fiducia di stampo positivista verso il progresso. Tuttavia è probabilmente nelle preziose testimonianze fotografiche che troviamo la vera ricostruzione di un mondo perduto: in particolare segnalo la commovente serie di immagini riguardanti i Lavori Perduti che ritengo uno dei capolavori assoluti presenti in mostra. Correlata ai mutamenti sociali e politici di fine secolo incontriamo l’eccezionale evoluzione dei grandi imprenditori ed industriali: Milano, grazie ai vari Falck, Pirelli, Luzzati assurge ad autentica protagonista nel panorama finanziario italiano ed europeo (ruolo che detiene ancora con legittimo orgoglio): la splendida tela di Umberto Boccioni, Officine a Porta Romana, è la vera icona di questa eccezionale evoluzione. In questo grande clima sorgono delle fondamentali istituzioni che saranno le colonne portanti del nuovo ruolo milanese: l’Università Bocconi e il Politecnico.
Per vastità di argomenti affrontati, per il livello di approfondimento e per le opere e gli oggetti presentati questa mostra diviene uno dei momenti culturali ed artistici più importanti di tutto l’anno.
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luca scalco
mostra visitata il 13 dicembre 2002
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