Rendere la musica visibile, gestire le regole del suono e della composizione facendone sculture, e riversandole in forme. Umore sinestetico di un giovane artista,
Athanasios Argianas (Atene, 1976; vive a Londra), conosciuto con lo pseudonimo di Gavouna come musicista, che mescola il suo spirito versatile all’interno di differenti discipline, trovando quei vasi comunicanti che le fanno interagire. A differenza di altre sue opere, per la mostra da De March non fa però uso esplicito del suono, che viene invece lasciato intendere con gli occhi.
L’artista divide la grande sala della galleria con l’installazione
Arrangement Proposal For Broken Mirrow (with ambiguous hierarchy), un pannello lungo circa tre metri che riproduce su carta da fotocopia frammenti di uno specchio rotto, ordinati per grandezza su cinque fasce orizzontali. Come un’enorme radiografia in bianco e nero, o un tavolo su cui sono catalogati e archiviati i cocci di un ritrovamento archeologico, Argianas sembra comporre la superficie di un pentagramma animato dai riflessi opacizzati della carta ruvida. Una musica che non ha esecutore, se non lo sguardo inconsapevole dello spettatore che ruota intorno a entrambi i lati della lunga lavagna, cercandone le differenze.
Con sottile ironia, l’artista rende persino il titolo della mostra complice del suo messaggio: non appare, infatti, identico in tutti i comunicati stampa e in tutti gli inviti, bensì viene alternato in
Sing Sideways / Sing From The Middle To The Start (“Canta obliquamente / Canta da metà fino all’inizio”) e
Sing Sideways / Sing From The Middle To The End (“Canta obliquamente / Canta da metà fino alla fine”), come a suggerire differenti modi di approcciare uno spartito, come se la fruizione musicale non fosse univoca e universale, ma potesse trasformarsi a seconda della volontà di ciascuno di vedere e sentire l’evento.
Nei due spazi creati e separati dal pannello sono posizionate due sculture, speculari ma diverse: entrambe poggiate su un cavalletto a tre piedi che ricorda un compasso, entrambe sorta di piccoli meteoriti accartocciati, l’uno di rame, l’altro di alluminio, incastonati in assi ortogonali di metallo, dove si aggrappano tenacemente due cavallette modellate. Cambia però la posizione degli insetti, che in
Proposal For Reading Consonants As Noise (verdigris) seguono le linee di una “L”, mentre in
Proposal For Reading Consonants As Noise (silver) sono a “L” rovesciata. La cavalletta è un trademark nell’opera di Argianas, un insetto simbolico o forse di buon augurio.
Alle pareti, cinque doppi ritratti, gouache su carta, che presentano simultaneamente il profilo destro e sinistro di amici e conoscenti dell’artista. Ancora una volta è in scena lo specchio, il doppio, il perturbante: due metà apparentemente identiche che non si rivelano tali, due facce che sembrano nascondere altrettanti sguardi e temperamenti.
La mostra, i cui lavori sono tutti eseguiti espressamente per l’occasione, si trasforma in un campo di forze duplici, bipolari, antitetiche. In cui lo spettatore s’inserisce, scombinando per un istante le linee di forza e aggiungedovi la propria personale energia.