Tazio Nuvolari muore l’11 agosto del 1953 lontano dalle piste, nel suo letto mantovano. La sua città, dopo avergli dedicato un museo, inaugura per il cinquantesimo anno dalla morte una mostra dedicata alla velocità, intesa come immenso bacino semantico in cui confluiscono le idee di movimento, di spazio, di corsa e molte altre.
La tappa iniziale non poteva non essere il Futurismo, come annuncia lo stesso sottotitolo della mostra Dal Futurismo alla Videoarte. “Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità” sentenziata Marinetti nel 1909.
Sicuramente attraverso i manifesti, le azioni e le opere, Filippo Tommaso Marinetti e i suoi compagni furono i primi a svelare il potere espressivo e il potenziale artistico della velocità e del movimento. La velocità è il nuovo che deve soppiantare il vecchio, è il
I futuristi scoprono il potere estetico della velocità attraverso l’accostamento dei colori, la commistione delle forme e il movimento delle linee di forza. Un nuovo bacino di immagini è svelato e si offre agli artisti dei decenni successivi. La mostra traccia efficacemente questo filo conduttore che attraversa il secolo scorso e arriva fino ad oggi. Oltre alle opere esposte, ci offre una chiave interpretativa, un trait d’union che mette in contatto un mondo creativo così variegato come quello del Novecento.
Purtroppo, l’attenzione della critica e degli stessi organizzatori della mostra tende a concentrarsi solo su questa parte dell’esposizione dedicata ai futuristi. Sono invece le sale successive a raccogliere le interpretazioni più stimolanti.
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marta severo
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Premesso che visiterò la mostra solo nei prossimi giorni e che nel complesso mi sembra molto bella, interessante ecc. penso che, per quanto riguarda l'arte italiana, debba essere segnalata una grossa lacuna: l'assenza di Guido Strazza. Strazza, che fu un giovanissimo aerofuturista e in contatto con Marinetti nei primi anni '40 e che nel dopoguerra ha partecipato agli sviluppo dell'informale italiano, può infatti essere considerato il vero erede del dinamismo segnico futurista, più di molti altri artisti che sono invece presenti. Le sue conferenze sul dinamismo dei segni di Balla, tenutesi alla galleria d'Arte Moderna di Roma negli anni '80, sono inoltre esemplari nello svelare la "struttura" delle geometrie dinamiche futuriste. Peccato!