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26
giugno 2009
fino al 28.VI.2009 Open Mind(s) Como, Villa del Grumello
milano
Dopo il 1978 e il progressivo ritorno all'ordine, il collezionismo abbandona la fatica della sperimentazione. Abbracciando l'agio dell'immagine che emula il reale. Natura e figura s’incontrano...
di Ginevra Bria
Open Mind(s) indaga un periodo di passaggio, un’apertura per quanto riguarda il mercato e il gusto del collezionismo comasco. La rassegna, organizzata dalla Fondazione Antonio Ratti, ripropone il 1978 come anno di “partenza”, periodo nel quale inaugura, negli stessi spazi, Arte Svelata.
Oggi, a Villa del Grumello, Open Mind(s) accoglie il visitatore con un dipinto gestuale di Emilio Vedova, al quale sono affiancati due dipinti dalle atmosfere pop-vernacolari di Mario Schifano, rispettivamente Nancy del 1982 e Ninfee, dipinto nel 1985. D’impatto più eclatante, anche se di tono meno sperimentale, Alex Katz è presente accanto ai volti inseriti nelle tavole di Gino De Dominicis.
Il percorso entra ed esce dal tema del ritorno al figurativo degli anni ‘80 con la Transavanguardia, e dunque esponendo quadri, disegni e sculture di Sandro Chia e Mimmo Paladino: un richiamo, rispettivamente, alla linea incisiva del primo autore e al primitivismo cupo del secondo.
La mostra prosegue mettendo in evidenza diversi elementi. Non fanno eccezione alcune parentesi materiche, con riferimenti al vivere sociale posti al centro di opere di Gilberto Zorio e Jimmy Durham. Successivamente viene indagato il supporto fotografico, che fa emergere le nitide architetture di archeologia industriale immortalate in bianco e nero da Bernd & Hilla Becher. Effetti di sospensione frammentata, tra reale e immaginario, invece, vengono accentuati nell’assemblaggio fotografico di David Hockney, che suddivide i punti di vista in sistemi strutturali.
Open Mind(s) procede a livello spaziale e temporale, approdando al mondo dell’arte contemporanea attraverso l’arrivo alla conoscenza di nuovi paradisi culturali. Basti ricordare le scene di discriminazione nelle installazioni video dell’iraniana Shirin Neshat; oppure i progetti visivi di Feng Zhengje, che ironizza sul linguaggio massivo dei media; o, ancora, la multimedialità politica firmata dal cubano Django Hernandez.
Al loro fianco, completano la mostra artisti del calibro di Marc Quinn, Jennifer Steinkamp e Timothy Tompkins, che radicalizzano la realtà attraverso il concetto di natura. Jonathan Monk, in sintonia con le opere appena citate, presenta un’ammiccante provocazione al notissimo A bigger splash di Hockney.
Testimonianza di come l’arte contemporanea imprima la conformazione storico-sociale di un’epoca, Open Mind(s) si sviluppa in parallelo, tra materiali, luci e forme che vedono le geometrie di Dan Flavin come la verticalità di Piero Gilardi, simboli di mondi sradicati, progenitori tridimensionali d’immagini scomparse che, nel Teatro delle tele di Giulio Paolini, approdano senza voglia di nitidezza nel filmato multimediale di Joan Jonas.
Un commento a parte merita Speegel di Gerhard Richter: un dipinto che, sebbene non ricordi l’apice della produzione dell’artista, ha il dono di porsi come detonatore straniante che confonde gerarchie, percezioni e punti di vista. Ricordi metaforici di certezze che, sempre più spesso, lasciano addosso l’idea della colpa senza errori.
Oggi, a Villa del Grumello, Open Mind(s) accoglie il visitatore con un dipinto gestuale di Emilio Vedova, al quale sono affiancati due dipinti dalle atmosfere pop-vernacolari di Mario Schifano, rispettivamente Nancy del 1982 e Ninfee, dipinto nel 1985. D’impatto più eclatante, anche se di tono meno sperimentale, Alex Katz è presente accanto ai volti inseriti nelle tavole di Gino De Dominicis.
Il percorso entra ed esce dal tema del ritorno al figurativo degli anni ‘80 con la Transavanguardia, e dunque esponendo quadri, disegni e sculture di Sandro Chia e Mimmo Paladino: un richiamo, rispettivamente, alla linea incisiva del primo autore e al primitivismo cupo del secondo.
La mostra prosegue mettendo in evidenza diversi elementi. Non fanno eccezione alcune parentesi materiche, con riferimenti al vivere sociale posti al centro di opere di Gilberto Zorio e Jimmy Durham. Successivamente viene indagato il supporto fotografico, che fa emergere le nitide architetture di archeologia industriale immortalate in bianco e nero da Bernd & Hilla Becher. Effetti di sospensione frammentata, tra reale e immaginario, invece, vengono accentuati nell’assemblaggio fotografico di David Hockney, che suddivide i punti di vista in sistemi strutturali.
Open Mind(s) procede a livello spaziale e temporale, approdando al mondo dell’arte contemporanea attraverso l’arrivo alla conoscenza di nuovi paradisi culturali. Basti ricordare le scene di discriminazione nelle installazioni video dell’iraniana Shirin Neshat; oppure i progetti visivi di Feng Zhengje, che ironizza sul linguaggio massivo dei media; o, ancora, la multimedialità politica firmata dal cubano Django Hernandez.
Al loro fianco, completano la mostra artisti del calibro di Marc Quinn, Jennifer Steinkamp e Timothy Tompkins, che radicalizzano la realtà attraverso il concetto di natura. Jonathan Monk, in sintonia con le opere appena citate, presenta un’ammiccante provocazione al notissimo A bigger splash di Hockney.
Testimonianza di come l’arte contemporanea imprima la conformazione storico-sociale di un’epoca, Open Mind(s) si sviluppa in parallelo, tra materiali, luci e forme che vedono le geometrie di Dan Flavin come la verticalità di Piero Gilardi, simboli di mondi sradicati, progenitori tridimensionali d’immagini scomparse che, nel Teatro delle tele di Giulio Paolini, approdano senza voglia di nitidezza nel filmato multimediale di Joan Jonas.
Un commento a parte merita Speegel di Gerhard Richter: un dipinto che, sebbene non ricordi l’apice della produzione dell’artista, ha il dono di porsi come detonatore straniante che confonde gerarchie, percezioni e punti di vista. Ricordi metaforici di certezze che, sempre più spesso, lasciano addosso l’idea della colpa senza errori.
ginevra bria
mostra visitata il 16 giugno 2009
dal 6 maggio al 28 giugno 2009
Open Mind(s). Collezionismo comasco nel contemporaneo 1978-2008
a cura di Giorgio Verzotti
Villa del Grumello
Via Cernobbio, 11 (zona Lungolago) – 22100 Como
Orario: da martedì a domenica ore 10-19
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 031233111; info@fondazioneratti.org; www.fondazioneratti.org
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