14 ottobre 2014

Fino al 28.XI.2014 Andrei Roiter – Inside Out Laura Bulian Gallery, Milano

 
Un tempo erano bohémien e flâneur, oggi sono profughi e migranti. Una mostra in cui l'ordinario incontra lo straordinario con uno sguardo ironico e intimistico sulla condizione del viaggiatore -

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Parlare della generazione di artisti che ha vissuto in Russia tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta è una cosa difficile. Parlare di un artista che, oltre ad essere russo, ha anche origini ebraiche è ancora più difficile. 
Questo accade specialmente quando le tematiche affrontate sono quelle della perdita, della memoria collettiva e dell’identità perduta o mai avuta che possono essere facilmente riconducibili a scontate interpretazioni biografiche. 
È il caso di Andrei Roiter in mostra alla Laura Bulien Gallery di Milano. La personale dal titolo “Inside Out” racchiude alcuni tra i più rappresentativi dipinti, disegni, assemblage e installazioni dal 2008 ad oggi.
Andrei Roiter, Barricade , 2012 acrylic, oil on canvas 120x140cm, Courtesy Laura Bulian Gallery
Le opere di Andrei Roiter ricordano il simbolo di una nota guida turistica, quello di un uomo con sulle spalle uno zaino che ha la forma di un mappamondo. Perché Andrei Roiter è così, un artista sempre in viaggio che ha fatto del mondo la sua casa. A suggerircelo è proprio Globe, un mappamondo fatto di tanti pezzettini di legno, figura simbolo della sua produzione artistica.
La mostra sembra ripercorrere la vita dell’artista che, costretto a migrare dopo il crollo dell’Unione Sovietica, tenta di ricostruire la sua identità attraverso gli oggetti che lo circondano. Gli oggetti si caricano di simbolismo e, come calembur, si trasformano continuamente in qualcos’altro per dare vita a giochi non solo di parole (le lettere del suo nome sono sparse all’interno della galleria), ma anche a continui scambi tra forme e significati.
Di fronte ad opere come Barricade o Roadblock lo spettatore è costretto a domandarsi se si tratti di libri che creano barriere ideologiche o pezzi di legno che costituiscono delle false barricate. In entrambi i casi ciò che è certo è che si tratta di finzioni. Come afferma Viktor Misiano: ‹‹Roiter mosso dal desiderio di cercare ciò che è straordinario, finisce per trovarlo in cose perfettamente normali››. 
Il tema del libro ricorre in Things I don’t need, una scultura di cemento che segna l’impossibilità di leggere il passato e in Book I Never Read, un cumulo di libri che fuoriesce da una tenda da campeggio a sottolineare il distacco da una visione scontata della storia. Perché nelle opere di Roiter il passato non viene rievocato con iconica ieraticità ma è lo spunto per offrire un punto di vista nuovo sul mondo.
Reading Light diventa così la chiave di lettura di tutta la mostra: rendere inoffensivo uno strumento di sorveglianza come una telecamera dalla quale pende una lampadina accesa svela non solo un approccio ironico verso la realtà, ma è soprattutto un invito a guardare le cose sotto un altro aspetto, cercando una qualche forma di illuminazione.
“Inside Out” è dunque il tentativo di guardare il mondo con occhi diversi poiché, per dirla con le parole di Marcel Proust, ‹‹l’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi››.
Sara Marvelli
mostra visitata il 26 settembre 2014
Dal 25 settembre al 28 novembre 2014
Andrei Roiter – Inside Out
Laura Bulian Gallery 
Via Montevideo 11 (20144), Milano
Orari: da martedì a sabato dalle 15:00 alle 19:00

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