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Fino al 29.IV.2017 | Adrian Paci, The people are missing | Kaufmann Repetto, Milano

di - 26 Aprile 2017
Dalla ormai consolidata collaborazione tra Adrian Paci e la Galleria Kaufmann Repetto nasce “The people are missing”. Per la settima volta la galleria decide puntare sull’artista albanese e sulla riflessione sociale che la sua arte promuove. Protagonisti della ricerca più recente di Paci sono ancora l’uomo e la sua storia; l’obiettivo è quello prendere tempo, per fermarsi a pensare sui potenti individualismi e il profondo vuoto che ci oppone a chi ci sta di fronte.
Sulle tracce di Klee, Kafka e Carmelo Bene, tra i primi ad aver cercato attraverso l’arte e il cinema una connessione con questo tema, con “The people are missing” l’artista sottolinea l’assenza dei corpi che riverbera in tutte le opere esposte. Paci proseguendo con la sua “filosofia” non rimane intrappolato in una tecnica o identificato in uno stile ma sfrutta le potenzialità dei diversi materiali e lega i lavori esposti, tra cui la videoinstallazione Interregnum e una fotografia della serie “Malgrado tutto”, attraverso una continuità “interna”.
Interregnum ci accoglie appena entrati con il rumore di una folla silenziosa e ordinata; in una stanza buia si indaga, attraverso un collage di immagini estrapolate dai video dei funerali di dittatori comunisti, la manipolazione e il senso di spersonalizzazione degli uomini e la natura del corpo politico tirannico, simile nell’abbracciare il mondo del ventesimo secolo. Nella stanza accanto l’installazione che da il titolo alla mostra si costruisce in una doppia scalinata di legno bianca e occupa l’intera stanza: un ricordo dei gradoni di un teatro greco il luogo per eccellenza da cui l’uomo poteva uscire rinnovato. Se, citando Paci: «Fare una mostra vuol dire costruire tre tipi di incontro: incontro tra i lavori, tra i lavori e lo spazio e un incontro tra i lavori, nello spazio, con il pubblico (…) penso a ciascuna singola mostra e penso agli incontri che i miei lavori faranno con il pubblico»,  l’invito è quello di usare questo spazio della storia, di riempirlo. Continua l’artista: «Il mio atteggiamento è di uno che sta attento alle cose per indagare le loro potenzialità. Vorrei che lo spettatore prendesse il mio posto, guardando i miei lavori. Che diventasse colui che riattiva i lavori e che, grazie a questo dialogo, guardasse le cose con un’attenzione diversa».
In fondo al tunnel delle scale si illumina la fotografia Malgrado tutto, uno degli scatti catturati da Paci nelle celle di un carcere dell’Albania comunista, una testimonianza dei segni incisi dai reclusi che concretizzano il valore dello scorrere del tempo e ripropongono la memoria ancestrale delle pitture rupestri che l’uomo lasciava come segno del proprio passaggio, della propria religione. Infine, tra le altre opere, ecco una doccia a gasolio trasformata nel simbolo di uno spazio intimo e precario con cui alludere alla vulnerabilità del singolo corpo nudo. Ancora una volta l’uomo è presente nella sua assenza e solitudine. L’uomo che, nonostante vuoti, assenze, egoismi, solitudini continua a vivere nella sua essenzialità.
Giulia Porro
mostra visitata l’11 aprile
Dal 29 marzo al 29 aprile
Adrian Paci, The people are missing
Kaufmann Repetto
Via di Porta Tenaglia,  Milano
Orari: da martedì a sabato dalle 11:00 alle 19:30
Info: www.kaufmannrepetto.com

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