I nuovi lavori di
Siva (Milano, 1982) si sono evoluti
con eccezionale velocità rispetto ai collage o ai coloratissimi
Giardini
Cosmici con cui s’è
fatto conoscere nell’ambiente dei giovani artisti italiani, soprattutto a
Milano e dintorni.
Personaggio eclettico, Siva si è cimentato non solo nelle
arti visive con varie tecniche, ma anche nell’attività curatoriale e nella concezione
di nuove formule per divulgare l’arte contemporanea. Tra queste va ricordata
ArsPrima, nata appunto da un’idea sua, del
“collega”
Daniele Giunta e da Cristina Gilda Artese, che da collezionista è diventata direttrice
e coordinatrice di un progetto la cui ultima tappa è proprio questa mostra.
Lo spazio è la Tube Gallery, così chiamata perché
collocata all’interno della stazione Loreto della metropolitana. Si tratta d’uno
spazio indiviso, con ampie vetrine, ove per un anno si sono susseguiti serrati
eventi espositivi. La mostra di Siva è il capitolo conclusivo del lavoro svolto
da ArsPrima in questa sede e, sotto la curatela di Daniele Capra, si saluta la
rassegna con un intervento molto curato, che sfrutta appieno le potenzialità
dello spazio grazie a un intervento site specific.
Anche per chi conosce a fondo il lavoro dell’artista
lombardo, la mostra è un’autentica sorpresa. Abituati all’esplosione di colori
intensi che caratterizza le opere di Siva, la pulizia elegante e rigorosa
dell’ultima produzione è del tutto disorientante. Il lavoro presentato è in
realtà molto simile, quanto a tematiche e struttura, a quello presentato al Premio
Aletti durante la recentissima ArtVerona, e appartiene al filone delle
Macchine
organiche lampeggianti, strutture in corallo che si ramificano come alberi e sulle quali stanno
appoggiati dei volatili.
Lo sfondo però cambia, da un nero chiuso verso un bianco
sgombro, pulito e arioso. Resta il fenomeno della ramificazione, riprodotta
direttamente sulla parete della galleria, e stavolta disegnata a penna gel come
sviluppo di un vero e proprio albero incolore. L’intervento a muro è la base su
cui sono posizionate le piccole tavole, sulle quali sono tracciati i prosiegui
logici dei rami e degli uccelli. Questi ultimi tengono infine nel becco un filo
rosso, che li unisce tra loro dando vita a un percorso.
I volatili sono elementi altamente simbolici e
politematici. Fanno pensare alternativamente all’archetipo della libertà e a
una metafora sessuale, passando per vari riferimenti alla vita, alla magia,
alla spiritualità. Proprio per questo sono scelti come rappresentanti di un “
accumulo
energetico”, come
si legge nel testo di presentazione, che mette in relazione il tutto, in una
visione alchemica ed estetica dell’esistenza.
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l'installazione non è niente di nuovo . lavoro scadente
Haaaa haaaaaaaaaaa hhaaaaaaaaaaaaaaaaaa a lavorare !!
Recensione lodevole ma faziosa
mostra brutta non ci sono parole.
azzzzzz! che uccelli!.....