Nelle splendide sale del Museo Bagatti Valsecchi si sta svolgendo una mostra fotografica di notevole spessore culturale che vede come massimo protagonista uno dei maestri della fotografia italiana, Vincenzo Castella. Gli oltre cinquanta scatti esposti, opera non solo di Castella ma anche di altri importanti fotografi come Mimmo Jodice, Giuseppe Morandi, Beniamino Terranno, hanno come unico soggetto il paesaggio della campagna lombarda e i suoi continui mutamenti: si tratta infatti di un ampio progetto scientifico, voluto dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia e dall’Unione Regionale delle Bonifiche e delle Irrigazioni, denominato Osserva.Te.R.
La fotografia dunque viene intesa non solo come mezzo artistico ma soprattutto come prezioso strumento di indagine, che indaga le causa di tali mutazioni. Eppure gli esiti visivi ed estetici sono tutt’altro che freddi risultati scientifici: possiamo infatti osservare una concezione dell’immagine fotografica nitida e pura, che ricorda la grande pittura di paesaggio dei primi dell’Ottocento, in cui protagonista assoluta è la natura. L’uomo infatti non appare mai negli scatti, gli viene preferito l’ambiente che egli ha creato attraverso secoli di sedimentazioni edili e rurali. E’ un frammento di realtà senza alcun compromesso, che esalta la grande capacità tecnica ed artistica di Vincenzo Castella; il fotografo infatti, proprio cogliendo l’assoluta obiettività della scena, riesce a trasmette l’emozione di uno
Castella riesce, dunque, a “catalogare” ed “impaginare” il paesaggio senza tuttavia abbandonare il suo approccio artistico, e questa duplice commistione arte-scienza appare uno dei motivi più stimolanti per visitare mostra.
luca scalco
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