05 aprile 2001

Fino al 29.VII.2001 Bramante e la sua cerchia. A Milano e in Lombardia. 1480-1500 Varese, Villa Recalcati

 
Approda a Villa Recalcati, sulla scia del successo ottenuto a Milano, la rassegna che ricostruisce l’arrivo di Bramante a Milano, il suo influsso sulla scena locale e la rilevante posizione culturale e artistica della città lombarda sul finire del XV secolo...

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La mostra che si tiene presso Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese, vuole ricostruire uno dei momenti artisticamente più rilevanti e fertili dell’intera storia milanese. Gli ultimi anni del Quindicesimo secolo segnarono, infatti, l’ingresso definitivo della città lombarda nella ristretta élite delle capitali del Rinascimento italiano. Nel contesto della politica di aggiornamento promossa degli Sforza, l’arrivo a Milano di Donato Bramante, intorno al 1477, fu uno dei momenti più importanti e decisivi. Inoltre la mostra è l’occasione per ribadire che la posizione della città lombarda nel sistema artistico nostrano fu tutt’altro che marginale.Interno della Chiesa di Santa Maria delle Grazie Sino al secolo scorso, infatti, la critica d’arte aveva colpevolmente relegato la scena milanese nelle retrovie, ritenendola legata a modelli ancora medievali e costretta a chiamare personalità del calibro di Leonardo da Vinci, Francesco di Giorgio Martini, Filarete e lo stesso Bramante per riallinearsi a Venezia ed alle città dell’Italia centrale. In realtà “esente da fenomeni di diretta sudditanza rispetto al linguaggio impostato all’inizio del secolo da Brunelleschi, la realtà culturale di Milano appare un vivace intreccio di idee e fatti che non è possibile ridurre alla semplicistica contrapposizione tra conservatorismo e avanguardia, tra anticipazioni e ritardi: infatti la continuità e il rinnovamento non sono scelte antitetiche ma dialettiche” (L. Patetta 1990). Milano era dunque un centro attivo, orgoglioso – come Venezia – della propria diversità artistica, aperto alle novità ma attento a non rompere con l’elegante tradizione tardo gotica.Pianta della Chiesa di Santa Maria presso San Celso La “fabbrica” del Duomo era, inoltre, una dei più importanti cantieri italiani, ove confluivano artisti e tecnici di diverse estrazioni, contribuendo a formare, probabilmente, il più importante “laboratorio” architettonico della penisola. Dunque anche l’apporto bramantesco fu un “do ut des” e non una semplice colonizzazione artistica: Bramante s’inserisce nella tradizione vagamente goticheggiante, ma profondamente lombarda, dei fratelli Solari, innervandola delle novità fiorentine e urbinate (in particolare un ruolo centrale assume il Palazzo Ducale di Urbino del Laurana), senza tuttavia sconvolgerla. Il vero scopo della mostra dunque è quello di ricreare il clima culturale di quegli anni, politicamente drammatici, partendo dalla figura di Bramante dai suoi rapporti con Leonardo per giungere all’apporto che diedero le maestranze locali, su tutti l’Amadeo.sezione longitudinale della chiesa di Santa Maria della Passione Altrettanto importante è, infine, la figura di Bramante pittore, ruolo poco considerato dato che la quasi totalità della sua produzione è andata perduta; la visione dei celeberrimi affreschi di Casa Panigarola, raffiguranti Uomini in Arme, testimonia della grande influenza che ebbe sull’urbinate la concezione pittorica di Piero della Francesca, conosciuto probabilmente ad Urbino e della meritata fama che ebbe Bramante tra i contemporanei quale “pittore di prospettiva”.

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Luca Scalco



Fino al 29.VII.2001. Bramante e la sua cerchia. A Milano
e in Lombardia. 1480-1500. Varese, Villa Recalcati, Via Daverio 10. Orario
d’apertura: feriali, ore 15.00-18.00, sabato e festivi, ore 10.00-12.00 e
15.00-18-00. Informazioni: tel. 0332 252218.


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