Mario Tapia (Valdivia, 1939) trasporta nei suoi quadri storie, leggende e credenze popolari, raccontandole come farebbero, a parole, molti sudamericani: con colori vivaci. I diciotto dipinti esposti sono molto narrativi, per esempio in “Dio gatto”, un grosso felino protegge una famiglia umana dal “male esterno”: la parte del viso dell’animale rivolta verso la foresta – l’ignoto – è feroce, l’altra – di fianco a padre, madre e figlio – è rassicurante. Oltre all’attenzione ad una popolazione come i Maya (“Tempio del sole”, olio su tela 1997), alla raffigurazione degli sciamani, e di “Pipil, Dio del Sole” (1998, olio su tavola), il pittore omaggia la sua terra, con raffigurazioni della foresta dai colori accesi. Una serie di tele ritrae la natura tropicale con i suoi “Tucani”, le “Gazze rosse” e altri “Uccelli” spiati dagli indios o dai predatori animali, come se anche loro ne subissero il fascino.
Gli “inti illimani” sono gli elementi più famosi di una grande tradizione di musicisti andini e l’artista dedica ad un gruppo di questi suonatori, con i tipici cappellini di lana, un’immagine che li vede in primo piano di fronte ad uno scorcio della catena montuosa che attraversa il Cile. C’è posto anche per le sculture di terracotta dalle forme rotondeggianti, per lo più raffiguranti il tema dell’abbraccio: tra madre e figlio, tra donna e chitarra, tra pastore e cane. Si dice siano proprio le ceramiche di Tapia che hanno permesso l’incontro con il poeta premio Nobel, Pablo Neruda, rimasto affascinato da quelle esposte alla Fiera Artistica di Santiago nel 1959. Di fianco alla personale del pittore cileno, c’è un curato Museo di Popoli e culture, in cui sono ben esposti oggetti antichi, tipici, e opere d’arte di molti paesi orientali e africani.
Luca Gricinella
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Mario Tapia è cileno, ma attualmente vive nel nostro paese.Luca Gricinella, autore del pezzo, saprà sicuramente fornirle ulteriori informazioni.
Tapia è proprio Cileno o di origini italiane? E vive in Italia come tanti altri artisti delle sue parti? Vedi Botero...
La ringrazio per i complimenti alla scelta delle immagini pubblicate. Il merito va, però, a Padre Massimo Casaro del Museo Popoli e Culture del PIME di Milano.
No mi bastavano queste informazioni. Comunque complimento per la foto dell'opera pubblicata che molto affascinante...