21 aprile 2008

fino al 3.V.2008 Paolo Brenzini Milano, Bel Art Gallery

 
Un irriverente e ironico gioco postmoderno. Che attacca ogni aspetto della nostra civiltà: politica, cultura, moda, consumismo e industria, morte e religione. Rimane uno strato dolciastro, spesso e ingombrante, di color rosa...

di

Il simbolo della falce e martello, cadendo, scivola inesorabilmente fuori dal quadro, abbattuto dal peso della storia; oppure, soffocato dal gas del capitalismo imperante, è ricoperto dai marchi delle griffe più famose, come Gucci e Chanel. La bottiglietta della Coca-Cola nasce dalle acque come una nuova Venere, la cui conchiglia è il simbolo della Shell, attorniato dai loghi di multinazionali come Nike e Adidas.
Tutti questi lavori hanno in comune la stessa tinta rosa “chewing-gum”, com’è stata giustamente definita dal critico Marco Meneguzzo, che ha redatto il brillante testo introduttivo del catalogo edito da Prearo. Questo rosa, dolce ma appiccicoso, che disegna le figure in rilievo con l’originale utilizzo di una siringa da pasticciere, è l’emblema dell’omologazione a cui tutti siamo sottoposti, l’appiattimento della cultura, l’irrisoria derisione dei valori e dei significati d’un tempo.
Che Guevara, come un moderno Cristo in rosa, è crocifisso in un ex-voto realizzato in pizzo antico, con le parti intime nascoste non dal casto panno bianco delle immagini religiose o dalla tradizionale foglia di fico, ma da una gigantesca foglia di marijuana. I miti sono caduti, affogati in un rosa onnipresente e onnicomprensivo, che invade e scioglie le differenze.
Paolo Brenzini - veduta parziale della mostra presso la Bel Art Gallery, Milano 2008
Paolo Brenzini
(Viareggio, 1962; vive a Milano), inoltre, studia con particolare attenzione la cultura orientale, rappresentando elementi della tradizione cinese, come la pesca e i dragoni imperiali, ma stravolgendone ancora una volta i significati sacrali. Interessante questo riferimento alla Cina, che si sta affermando sempre più non solo dal punto di vista economico, ma anche nell’ambito dell’arte contemporanea. È come se gran parte dei sussulti del nostro presente siano colti con ludica e impudica ironia.
Un’idea geniale che, attraverso la potenza della figurazione -pittura, assemblaggi e installazioni-, è più incisiva di un trattato filosofico, riassumendo in sé, anche soltanto in una singola opera, o meglio ancora nel compendio dell’intera mostra, la complessità del processo demistificatore che stiamo vivendo e verso il quale stiamo sempre più correndo, almeno per il momento, volenti o nolenti, più o meno consapevoli.
Paolo Brenzini - Solvecoagula - 2006 - acrilico su tela - cm 40x40
L’evento intende far discutere e scuotere le coscienze e la sensibilità di ognuno. Soprattutto di chi crede e sostiene qualche ideologia o mito. Durante la serata dell’inaugurazione, infatti, si è scatenato un breve dibattito di natura politica e ideologica in riferimento alle opere esposte. Un lavoro dunque stimolante, che si fa specchio del contemporaneo, con tutti i suoi problemi e le sue contraddizioni.

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vera agosti
mostra visitata il 3 aprile 2008


dal 3 aprile al 3 maggio 2008
Paolo Brenzini – Solvecoagula
BAG – Bel Art Gallery
Via Pasquale Sottocorno 7 (zona piazza Cinque giornate) – 20129 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 16-20
Ingresso libero
Catalogo Prearo Editore con testi di Marco Meneguzzo
Info: tel. +39 0289075915; fax +39 0289075943; info@belartgallery.net; www.belartgallery.net

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