Categorie: milano

fino al 30.I.2011 | Arte della civiltà islamica | Milano, Palazzo Reale

di - 11 Novembre 2010
La
collezione dello sceicco al-Sabah e signora è una delle raccolte d’arte
islamica più vaste e articolate al mondo, e la sua storia è altrettanto significativa.
Un prestito permanente donò le 20mila opere al Museo Nazionale di Kuwait City
nel 1983; sette anni più tardi, durante l’invasione irachena, diventarono un
bottino di guerra, eccettuati un centinaio di pezzi partiti per una mostra
itinerante che continuò a girare l’Occidente durante la Guerra del Golfo,
assumendo consistenza simbolica. Vent’anni più tardi, 350 oggetti tornano in
Europa, in tempo di pace, a Milano (e poi saranno al Kunsthistorische Museum di
Vienna, a Calgary e in Corea del Sud).

La
mostra ha ovviamente implicazioni diplomatiche e geopolitiche, ma soprattutto
traccia alcune linee-guida nella produzione di oggetti d’arte e utensili sotto
la mezzaluna. L’ensemble nasce sotto
il segno dell’eterogeneità ed è inevitabile quando si opera una cernita su
oggetti provenienti da un’area che si estende dall’India all’Andalusia, dalle
prime elaborazioni dell’XI secolo fino al linguaggio compiuto dei grandi imperi
ottomano, safavide e moghul tra XVI e XVIII secolo.

John Ruskin notò nell’arabesco
un movimento verso l’essenza delle cose, e quindi all’astrazione, e la tensione
al divino per ripetizione e rarefazione che è anche del sufismo. Se il
pregiudizio di un’iconoclastia integralista dell’arte islamica è sfatato da una
serie di splendide miniature policrome su seta – semmai l’artista poteva
confutare l’accusa bigotta di “realismo” infrangendo le regole prospettiche
quando assemblava scene descrittive puntualissime in un insieme – è vero che
ogni ornamento tende alla cifra. Il disegno si fa progressione geometrica,
ripetizione modulare, tensione all’infinita riproducibilità del motivo (‘al-Fann significa
proprio ‘arte
infinita
’).


La coincidenza di estetica e
matematica ha il solo corrispettivo, nell’Occidente antico, nella grande teoria
pitagorica. Si tratta di un linguaggio astratto, che deduce le formule del
cosmo. Ad esempio, in Iran, un giardino che accoglie al centro una vasca con
pavoni diventa un tappeto, tessuto a forme geometriche e arabeschi. L’arabesco
è infatti la forma vegetale (o animale) che si fa elemento decorativo e tende
alla forma pura; gli europei eleveranno programmaticamente la fitomorfia a
fondamento di una poetica solo con l’Art Nouveau.

L’arte islamica è l’arte della
cifra, e della parola. Un fregio, staccato da una moschea, ripete all’infinito ‘al-Yumm (‘felicità’)
come un motivo speculare, un mantra. Ugualmente Islam e culture estremorientali
si specchiano nella pratica della calligrafia e nell’ontologia del calligramma:
senso e significante si fondono nel gesto del calligrafo. Le sure coraniche di
lode al creato esautorano le pagine dei codici miniati, il cui equilibrio grafico,
cromatico e compositivo – e ancor prima la tecnica iniziatica, magica che
informa il gesto – dice la bellezza del mondo al di qua dei significati.


Gli oggetti (piatti, brocche,
gioielli, vasi, spade, spille…) raccontano civiltà sofisticate che combattono
l’horror vacui con l’organizzazione
dei segni, l’addomesticamento dei materiali e il rilievo delle superfici;
parlano di sceicchi che muoiono dalla voglia di appropriarsi delle tecniche più
raffinate (si inventa la “pasta fritta” per emulare la porcellana cinese) per
asservirle a rappresentazioni autoctone.

Un’arte onnivora, ma soprattutto
influente a Venezia, in Cina e in tutte le aeree di confine e commercio, il cui
emblema può essere l’Alahmbra a Granada, giardino di delizie e palazzo
favoloso, residuo di un’arte dalle forme e figure ideali in un territorio poi
riconquistato dai re cattolicissimi, dai loro palazzi ortogonali e i loro
ritratti ufficiali.

articoli correlati

Art de l’Islam

Arte
persiana

Islam
specchio d’oriente

alessandro ronchi

mostra
visitata il 20 ottobre 2010


dal 20 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011

Arte della civiltà islamica

a cura di Giovanni Curatola

Palazzo Reale

Piazza Duomo, 12 – 20122 Milano

Orario: tutti i giorni ore 9.30-19.30; lunedì ore 14.30-19.30; giovedì ore
9.30-22.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Ingresso: intero € 9; ridotto € 7,50

Catalogo Skira

Info: tel. +39 02875672; www.arteislamica.it

[exibart]

Articoli recenti

  • Mostre

Francisco Tropa, il desiderio dell’arte: la mostra al Museo Nazionale di Monaco

Al Museo Nazionale di Monaco, la mostra dedicata all’artista portoghese Francisco Tropa indaga il desiderio recondito dell’arte, tra sculture, proiezioni…

23 Dicembre 2024 9:05
  • Mostre

“La Caduta degli angeli ribelli. Francesco Bertos” in mostra a Vicenza

Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…

23 Dicembre 2024 0:02
  • Architettura

«L’umano al centro dell’architettura». La prossima edizione della Biennale di Seoul raccontata dal suo direttore

La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…

22 Dicembre 2024 19:15
  • Libri ed editoria

Quel che piace a me. Francesca Alinovi raccontata da Giulia Cavaliere in un nuovo libro

Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…

22 Dicembre 2024 17:00
  • Cinema

Napoli-New York: il sogno americano secondo Gabriele Salvatores

Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…

22 Dicembre 2024 9:00
  • Arte contemporanea

Sguardi privati su una collezione di bellezza: intervista a Francesco Galvagno

Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…

22 Dicembre 2024 8:20