La partnership con Walt Disney Company Italia ha reso
possibile l’esposizione dei disegni preliminari realizzati per il
cortometraggio animato Destino. Nel 1945 Walt Disney commissionò a Dalí un cartoon sul
modello di Fantasia, ovvero un proto-videoclip dall’animazione sincronizzata a un brano
musicale. Il progetto si arrestò in una fase preliminare a causa di rovesci
finanziari e fu ultimato nel 2003. Destino, un repertorio di temi e icone daliniane ibridate
con l’immaginario yankee che singolarmente anticipa la prossemica degli spot
haute couture, è proiettato su uno schermo al centro dell’ultima sala in un
contesto anch’esso disneyano a tinte turchesi.
L’esposizione pittorica si articola in tre sezioni e
indaga il rapporto tra l’artista spagnolo e il paesaggio. Dalí, divulgatore
delle forme oniriche, torna sempre negli stessi luoghi, come in sogni
ricorrenti. Coerentemente alla bulimia onnivora dell’artista sono le spiagge
dell’infanzia di Cadaqués, Port Lligat e Cabo de Creus, il buen ritiro di
Figueres, dove costruì in vita un monumento a se stesso, ma anche gli sfondi
dei dipinti più amati (di Velázquez,
Poussin,
Millet…) oppure
presi in prestito dalla pop culture.
Il volto dell’attrice Mae West si fa ambiente, i connotati
traslati in complementi d’arredo, e quindi appartamento: la celeberrima Sala Mae
West del museo di Figueres è qui ricostruita con il contributo dell’architetto
dell’installazione originaria, Oscar Tusquets Blanca.
La cifra dell’anamorfismo, che risponde alla doppia natura
dell’artista di illusionista alla ricerca della trovata a effetto e indagatore
dei risvolti esoterici della percezione, informa altre opere tra le più
interessanti, come Le tre età, dove i volti emergono dal paesaggio naturale e
architettonico, e la Coppia con la testa piena di nuvole, un dittico di cornici
antropomorfe che includono paesaggi metafisici.
Un gran numero di opere della tarda produzione dimostra
l’involuzione nella ripetizione automatica di stilemi da parte di un artista
sempre più prigioniero della propria mitopoietica. Tuttavia uno degli ultimi
oli, il Ratto topologico d’Europa – Omaggio a René Thom, un’opera astratta monocroma dove
una superficie grigia è spezzata da fratture tettoniche e riporta in calce
l’equazione “coda di rondine” della teoria matematica delle catastrofi, e un Crocifisso
eretico, “un
Cristo esplosivo, nucleare e ipercubico”, sono dipinti drammatici e intensi.
“Profezia di un delirio commestibile”, Il viso della guerra è un volto di Medusa le cui orbite
cave sono piene di teschi che si ripetono concentrici. Si tratta di una
figurazione archetipica dell’angoscia e della strage, complementare a Guernica, di cui rappresenta il
contraltare metaforico. Le opere degli anni della guerra civile sono ovviamente
le più allucinate e impressionanti, e rappresentano un’incursione del geniale
solipsista Dalí nei territori della storia.
La grande mostra a Palazzo Grassi
alessandro ronchi
mostra visitata il 24 settembre 2010
dal 21 settembre 2010 al 30 gennaio 2011
Salvador
Dalí – Il
sogno di avvicina
a cura di Vincenzo Trione
Palazzo Reale
Piazza Duomo, 12 – 20122 Milano
Orario: tutti i giorni ore 9.30-19.30;
lunedì ore 14.30-19.30; giovedì ore 9.30-22.30 (la biglietteria chiude un’ora
prima)
Ingresso: intero € 9; ridotto € 6
Catalogo 24 ore Cultura
Info: tel. +39 02875672; www.comune.milano.it/palazzoreale/
[exibart]
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oggi, 6 dicembre 2010, ho visitato la mostra.
voto 6,5
alcuni quadri sono medriocri
le sale di esposizione sono peggio. In una sala 4 opere senza lo spazio per poterle vedere da una distanza adeguata senza che altre persone ti passino davanti, seguite ad altre di soli pannelli esplicativi con enormi spazi
boh!?!
Hanno provato a verificare gli spazi se c'è un po' di gente?
per fortuna non c'era ressa nelle sale ed è servito prenotare. Fuori fila di 2-3 ore.
molto interesssante il cortometraggio finale
Pochi i quadri interessanti. quando sono andata io, volevo rivedere il cortometraggio finale, che forse valeva tutta la mostra, senza troppa gente davanti, ma, benché mancasse più di mezzora alla chiusura, gli addetti ala sorveglianza mi hanno spento tutto e quasi cacciato via in malo modo.