L’arte
on the road atterra in galleria. Catapultato nel panorama artistico contemporaneo, il titolo
Alifrance, che d’impatto rimanda alla vicenda Alitalia-Air France, allude all’incontro estetico fra tre grandi nomi della street art francese e la nuova The Don Gallery, nel cuore del vivace quartiere Isola. Uno spazio tenuto a battesimo proprio dalla collettiva degli storici graffitari Alexone, WK Interact e Space Invader. Tele, installazioni, mosaici si alternano di sala in sala, in un collage di contaminazioni urbane perfettamente in linea con gli scorci metropolitani milanesi.
Le divertenti creature nate dalla mano di
Alexone (Parigi, 1976) debordano oltre il canovaccio della grande tela
Big Paper, per rincorrersi – colorate, irriverenti, leggere – verso i lati della parete, quasi in segno di delicato sberleffo.
Il pop surrealismo dell’artista underground parigino, che dall’inizio degli anni ‘90 tempesta a colpi di spray i muri della capitale francese con la sua sardonica ironia, cede il campo allo stile “sporco” del connazionale
WK Interact (Caen, 1969; vive a New York), noto per aver impresso, alla fine dello scorso decennio, enormi graffiti in bianco e nero di corpi in movimento sulle facciate degli edifici di Manhattan. Nelle opere in mostra, le sagome umane, disperse in vorticose linee e sovrapposte a ritagli cartacei e a pezzi di fredde componenti meccaniche, richiamano il dinamismo, anche violento, tipico degli assordanti agglomerati urbani.
Di rimbalzo, disseminati su tutte pareti della galleria, spuntano i contagiosi pixel dell’enigmatico alter ego (per scelta) dei leggendari alieni del videogame giapponese di
Tomohiro Nishikado:
Space Invader è riuscito a tradurre i contorni approssimativi delle pionieristiche immagini virtuali in colorati mosaici della street art. Dalla donna provocante che ammicca in lontananza al visitatore, al singolare divieto stradale che campeggia poco dopo l’ingresso, la collettiva di via Cola Montano raccoglie una selezione dei lavori più noti, a livello internazionale, dell’artista che, ispirandosi al videogioco di culto in un’epoca dominata dalla tecnologia, si prefigge la personale battaglia d’invadere pacificamente il mondo con le sue opere. Bangkok, Katmandu, New York, Hong Kong: in dieci anni, Space Invader ha colonizzato oltre trentacinque città, concependo ogni intervento di strada come parte integrante di un videogioco, il cui punteggio è fedelmente riportato sul suo sito internet.
A riprova che la urban art funziona, eccome, anche in galleria, dal 1999 le sue opere sono state esposte in musei e spazi privati di vari continenti. Al pari dei lavori di Alexone, grafico e illustratore accolto nelle gallerie di Amburgo, Berlino, Milano e, nella sua città, al Centre Pompidou, e di WK Interact, che, oltre a esporre a Parigi e al Wonder Site Art Center di Tokyo, ha collaborato per brand ultracommerciali come Nike e Adidas.