Provenienti dalla stessa terra, la Finlandia, i due giovani fotografi, Anni Leppälä (1981) e Jari Silomäki (1975) –esponenti autorevoli della scuola fotografica finlandese– presentano presso la Galleria Galica di Milano, per la prima volta insieme in Italia, i loro nuovi lavori. Gli scatti sono fortemente autobiografici. Anni Leppälä è introspettiva. La sua riflessione è sottile, nascosta, timorosa di palesarsi, da ricercare autonomamente. La riflessione di Jari Silomäki appare, invece, più esplicita ma non meno interessante, grazie a riflessioni intense e poetiche apposte sulle fotografie stesse.
In My Weather Diary (2001-2007) gli scatti di Jari Silomäki colgono momenti, sensazioni, emozioni fugaci e irrepetibili della sua vita, rendendoli immanenti. Lo spettatore impara a conosce la finestra da dove il fotografo ammira la sua città, il suo quartiere, conosce i suoi vicini, la sua famiglia. Viaggia con lui tra New York, Londra, Graz e Kabul. Il suo diario perenne diviene memoria della sua intimità ma anche memoria della storia contemporanea dell’umanità, inneggiante alla pace mondiale e alla bellezza straordinaria e unica della vita: “…the best hope for peace in our world is the expansion of freedom…”.
A Beirut immortala una donna che fissa un muro crivellato da proiettili. Il giovane fotografo finlandese elude la mera rappresentazione di guerra, violenza e distruzione. Traccia dei tratti bianchi, puri e sottili che uniscono i fori dei proiettili, creando così la cartina di costellazioni stellari.
Di primo acchito più tormentata e simbolica, Anni Leppälä sceglie location e soggetti familiari. Ritrae la stanza nel cottage in campagna dove è cresciuta, inserendo un punto rosso a testimonianza della sua presenza. In Looking at the forest (2007) rivela allo spettatore ciò che i suoi occhi di bambina scrutavano: la natura immersa nella luce del sole. Ma spesso, nei suoi lavori, si respira un’atmosfera sospesa, un’aria d’incertezza e d’instabilità. Fotografa porte senza varco d’accesso o scale solo appoggiate al muro, senza aperture…
La Leppälä si diletta a ricercare il legame trasparente tra la palese realtà e il suo contenuto inconsapevole e profondo, ben al di là dell’ovvia apparenza. La fotografa venticinquenne sceglie di mettere in scena gli aspetti nascosti della condizione interiore della donna contemporanea.
Contrappone la donna del dopoguerra, anonima e indistinguibile, alla donna contemporanea, bella e sensuale, ma inappagata e costretta alla continua ricerca della propria identità e affermazione.
elena pozzoli
mostra visitata il 31 maggio 2007
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