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riflessioni s’intrecciano intorno alla spirale realizzata nel 1970 da Robert
Smithson nel
Grande Lago Salato dello Utah, e a più riprese immortalata da Gianfranco
Gorgoni (Roma,
1941; vive a New York).
Documentazione
preziosa su una pietra miliare della Land Art, quella di cui si propongono
alcune immagini nella galleria meneghina, ma anche stimolante punto di partenza
per altri percorsi e altre vicende. Che sono quelli del milieu intellettuale e
artistico newyorchese in cui Gorgoni, sbarcato oltreoceano nel 1968, si inserì
in modo imprevisto e, altrettanto imprevedibilmente, mise radici. Nomi? Leo
Castelli in primis,
suo mentore nella Grande Mela, e poi Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Jasper Johns, James Rosenquist, Richard Serra, Dan Flavin, Carl Andre, Sol LeWitt. Con alcuni di loro, il fotografo
abruzzese strinse rapporti d’amicizia e di scambio creativo, ne frequentò gli
studi, ne indagò il backstage, cogliendone ora il lato intimo, ora il tratto
stravagante.
Quella tra Gorgoni e Smithson,
poi, pare una storia uscita dalla penna di Kerouac: l’incontro in un bar
bohémien di NYC e, poco dopo, ecco Gorgoni sul Great Salt Lake per seguire la
nascita dello Spiral Jetty, il molo lungo 475 metri costruito da Smithson nell’arco
di due settimane con fango, cristalli di sale, rocce di basalto e terra,
scaricati da un camion su un tracciato di stecche di legno.
Figura antichissima e
affascinante, che l’americano mutuò dal ritratto astratto di James Joyce di Brancusi, oltre che dai movimenti di nebulose e galassie, dalla
struttura dell’orecchio umano e da una leggenda indiana relativa al sito.
Impresa epica, e come molte imprese epiche segnata da fine precoce: pochi anni
dopo, un innalzamento del
livello dell’acqua sommerse l’opera. Che, riaffiorata timidamente alla fine dei
’90, è “risorta” nel 2004. Facendo emergere, insieme alle previste
trasformazioni dovute agli agenti atmosferici, ai microrganismi lacustri e alla
sedimentazione del sale, i problemi causati dall’inquinamento.
Sicché
Gorgoni, commemorando la parabola di un pioniere del XX secolo, lancia al
contempo l’allarme sulla sopravvivenza di un lavoro che ha accompagnato la sua
lunga carriera di reporter d’arte e non solo. Risalgono allo scorso febbraio
gli ultimi scatti dello Spiral Jetty: ieri magnetico vortice nell’acqua rossastra, oggi
bianco paradigma della fragilità delle cose.
Spirale
a rischio. Negli Usa le trivelle minacciano la famosa opera di Smithson
Appunti
sul paesaggio nell’arte mediale
anita
pepe
mostra
visitata il 7 luglio 2010
dal 25 maggio al 30 luglio 2010
Gianfranco
Gorgoni – Spiral Jetty
Galleria
Photology
Via della
Moscova, 25 – 20121 Milano
Orario: da
lunedì a venerdì ore 11-19
Ingresso
libero
Info: tel. +39
026595285; fax +39 02654284; gallery@photology.com; www.photology.com
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