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29
giugno 2010
fino al 30.VII.2010 Stéphanie Nava Milano, Riccardo Crespi
milano
Un minimalismo fatto di linee sottili a matita. Ma anche oggetti che attraversano le stanze portando con sé i suoni. E installazioni che mettono in gioco l’abitare quotidiano...
Non è un filo d’Arianna ad accompagnare i visitatori nel
percorso della mostra L’Ombre de l’autre rive – titolo tratto da una citazione
da Le dernier homme (1957) dello scrittore francese Maurice Blanchot – ma un tubo bianco
che si snoda attraverso gli ambienti della galleria e che collega due sedie,
una al piano superiore e una a quello inferiore.
Con Object de traduction, chi siede da un lato può
descrivere a chi sta al capo opposto quello che vede: il paesaggio reale visto
dalla finestra del mezzanino, un disegno che ritrae la stessa scena nel
seminterrato. E lo può anche raccontare a voce, grazie al passaggio del sonoro.
Ideatrice e protagonista della mostra è Stéphanie Nava (Marsiglia, 1973; vive a
Marsiglia e Londra), ospite ormai consueta nelle scelte della galleria di
Riccardo Crespi. Il progetto è stato pensato a lungo e realizzato attraverso
lavori nuovi e site specific, mettendo particolare cura nella relazione fra
l’elegante ambiente della galleria e i materiali e le strutture realizzate
dall’artista.
Disegni al tratto e altre installazioni creano un insieme
che a prima vista lascia sensazioni di piacevolezza ed equilibrio – dove
spiccano uomini e donne che si fronteggiano, ma con i volti nascosti da un
insieme di alberi o da un agglomerato di edifici urbani in miniatura (Oui) – ma che a ben guardare rivela
lati oscuri, incontri falliti o abbandoni. Un doppio significato che emerge in
particolare in Repressed Spaces, dove su un basamento dalle forme seriose si ergono
cinque disegni fronte-retro: gli spazi borghesi ordinati e puliti si
contrappongono ad aspetti osceni e ferini “nascosti” sul verso.
![Stéphanie Nava - Les caducs, les persistants, les délaissés - 2010 - materiali vari - dimensioni variabili - courtesy Galleria Riccardo Crespi, Milano](https://www.exibart.com/foto/74798.jpg)
Sorta di contenitore di memorie, Les caducs, les
persistant, les délaisseés rimanda al concetto di ricordo, in un processo selettivo che legge
negli oggetti rielaborati ed esposti sulla parete i pezzi di una storia da
reinventare. Oppure messinscena materica nell’installazione Tectonique du
désastre amoreux,
una scultura-isola che riassembla un disastro amoroso in forma di paesaggio
naturale.
Sui lavori di Stéphanie Nava la curatrice Ilaria Bonacossa
scrive che “rappresentano il complesso rapporto tra i luoghi fisici e le
nostre ossessioni e rimozioni, evocando un tempo naturale espanso segnato da
infiniti ritorni in cui le vicende umane sono soltanto dei dettagli insignificanti”. Ma se le opere lasciano un
senso di serenità e di inquietudine al contempo, è proprio la figura umana –
nel suo nascondersi parzialmente, rivelando solo tracce di sé e delle sue
esperienze – a essere al centro della mostra.
![Stéphanie Nava - Repressed Space - 2010 - mobile in legno e 12 disegni a carboncino - m 1x2,6x0,36 (mobile) / cm 60x42 (disegni) - courtesy Galleria Riccardo Crespi, Milano](https://www.exibart.com/foto/74796.jpg)
I temi dichiarati, quello dell’“altro” come luogo fisico e
come individuo, e quello della separazione ineluttabile, sono quindi i soggetti
reali dell’esposizione. E inducono a una riflessione profonda sulle emozioni e
sui legami personali.
percorso della mostra L’Ombre de l’autre rive – titolo tratto da una citazione
da Le dernier homme (1957) dello scrittore francese Maurice Blanchot – ma un tubo bianco
che si snoda attraverso gli ambienti della galleria e che collega due sedie,
una al piano superiore e una a quello inferiore.
Con Object de traduction, chi siede da un lato può
descrivere a chi sta al capo opposto quello che vede: il paesaggio reale visto
dalla finestra del mezzanino, un disegno che ritrae la stessa scena nel
seminterrato. E lo può anche raccontare a voce, grazie al passaggio del sonoro.
Ideatrice e protagonista della mostra è Stéphanie Nava (Marsiglia, 1973; vive a
Marsiglia e Londra), ospite ormai consueta nelle scelte della galleria di
Riccardo Crespi. Il progetto è stato pensato a lungo e realizzato attraverso
lavori nuovi e site specific, mettendo particolare cura nella relazione fra
l’elegante ambiente della galleria e i materiali e le strutture realizzate
dall’artista.
Disegni al tratto e altre installazioni creano un insieme
che a prima vista lascia sensazioni di piacevolezza ed equilibrio – dove
spiccano uomini e donne che si fronteggiano, ma con i volti nascosti da un
insieme di alberi o da un agglomerato di edifici urbani in miniatura (Oui) – ma che a ben guardare rivela
lati oscuri, incontri falliti o abbandoni. Un doppio significato che emerge in
particolare in Repressed Spaces, dove su un basamento dalle forme seriose si ergono
cinque disegni fronte-retro: gli spazi borghesi ordinati e puliti si
contrappongono ad aspetti osceni e ferini “nascosti” sul verso.
![Stéphanie Nava - Les caducs, les persistants, les délaissés - 2010 - materiali vari - dimensioni variabili - courtesy Galleria Riccardo Crespi, Milano](https://www.exibart.com/foto/74798.jpg)
Sorta di contenitore di memorie, Les caducs, les
persistant, les délaisseés rimanda al concetto di ricordo, in un processo selettivo che legge
negli oggetti rielaborati ed esposti sulla parete i pezzi di una storia da
reinventare. Oppure messinscena materica nell’installazione Tectonique du
désastre amoreux,
una scultura-isola che riassembla un disastro amoroso in forma di paesaggio
naturale.
Sui lavori di Stéphanie Nava la curatrice Ilaria Bonacossa
scrive che “rappresentano il complesso rapporto tra i luoghi fisici e le
nostre ossessioni e rimozioni, evocando un tempo naturale espanso segnato da
infiniti ritorni in cui le vicende umane sono soltanto dei dettagli insignificanti”. Ma se le opere lasciano un
senso di serenità e di inquietudine al contempo, è proprio la figura umana –
nel suo nascondersi parzialmente, rivelando solo tracce di sé e delle sue
esperienze – a essere al centro della mostra.
![Stéphanie Nava - Repressed Space - 2010 - mobile in legno e 12 disegni a carboncino - m 1x2,6x0,36 (mobile) / cm 60x42 (disegni) - courtesy Galleria Riccardo Crespi, Milano](https://www.exibart.com/foto/74796.jpg)
I temi dichiarati, quello dell’“altro” come luogo fisico e
come individuo, e quello della separazione ineluttabile, sono quindi i soggetti
reali dell’esposizione. E inducono a una riflessione profonda sulle emozioni e
sui legami personali.
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La
precedente mostra dell’artista da Riccardo Crespi
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a Bologna
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mostra visitata il 25 maggio 2010
dal 19 maggio al 30
luglio 2010
Stéphanie
Nava – L’ombre de l’autre rive
a cura di Ilaria
Bonacossa
Galleria Riccardo Crespi
Via Mellerio,
1 (zona Cadorna) – 20123 Milano
Orario: da
lunedì a sabato ore 11-13 e 15-19.30
Ingresso
libero
Info: tel./fax
+39 0236561618; info@riccardocrespi.com; www.riccardocrespi.com
[exibart]