Categorie: milano

fino al 30.XI.2008 | Ian Tweedy | Bergamo, Gamec

di - 31 Ottobre 2008
È solo l’età anagrafica di Ian Tweedy (Hann, 1982; vive a Milano) a dimostrarne la giovinezza, poiché la sensazione che si prova dinnanzi al suo disegno minuto e dettagliato, ai supporti (pagine di libri consumate dal tempo, vecchie cartoline, ritagli di mappe) e alle iconografie “romantiche” (uomini soli circondati da una natura imponente) che utilizza, farebbero pensare piuttosto a un artista maturo, già segnato dalle esperienze della vita. È il contrasto tra le sue origini statunitensi e la nascita in luogo fittizio (una base area americana), creato ad hoc durante la Guerra Fredda e trasformato oggi in scalo turistico, che condiziona il suo rapporto con la vita e di conseguenza il suo lavoro, spingendolo sui temi della caducità e della memoria, e smascherando tutta l’ambiguità di un’identità apolide.
La mostra, prodotta in site specific, si compone di tre ambienti separati. A introdurre il visitatore alla biografia dell’artista è il grande wall painting bianco e nero che raffigura il tracciato ferroviario di Francoforte dove l’artista fu arrestato durante il suo periodo di writing: quasi una legenda con cui interpretare il suo spirito ribelle, un moderno eroismo. Accanto, un grande collage (Plotter) alla Rauschenberg e la serie di disegni The Hunter and the hunted sono accostati in una composizione insieme cupa e affascinante, che oscilla tra un senso staticità (dovuto alle pagine ingiallite e ai volti spesso coperti che scrutano e si difendono) e l’imminente scossa verso la tragedia (il soldato solo nella selva).
Per trovare la sua dimensione, Tweedy viaggia in Europa e in America, firmandosi sui muri delle città come Dephect; il graffito è evanescente come lo sono le sue radici, è un segno che incide profondamente sul territorio, un gesto che viene vissuto ma che via via viene cancellato. Troviamo la stessa dirompenza di quella pratica nell’intervento su ferro nella seconda sala, una rovina militare su cui fermare un presente, un sottotesto, per riscrivere una storia passata e dimenticata.
Il linguaggio frammentario, da montaggio cinematografico, e la rielaborazione pittorica della fotografia si sviluppano nel suo primo video, Olympia, WA 2008, mostrato nell’ultima sala. Un silenzio minaccioso accompagna i frame iniziali, come in una lenta proiezione di diapositive sfocate; il bosco è deserto, gli uomini (l’artista e altri) si mimetizzano con il paesaggio. Un rumore violento di spari irrompe e il flusso narrativo prende corpo. Non c’è nemico apparente, solo bersagli morti, birilli che vengono torturati fino a essere ridotti in poltiglia. Ancora una volta, Tweedy si appropria di un passato comune che non gli appartiene (quello bellico) per ricostruire un suo epos attualizzato, avvalendosi di tutti gli effetti drammatici (in senso etimologico) necessari.
I volti mascherati dei disegni e quelli tesi verso l’attacco del nulla esprimono tutta la solitudine e lo spaesamento del nomade, che accumula voracemente per costruire un archivio di storie dal quale poter attingere infine la propria.

articoli correlati
Tweedy da Prometeo a Milano

eugenia bertelè
mostra visitata il 4 ottobre 2008


dal primo ottobre al 30 novembre 2008
Ian Tweedy – I’ll Meet You at the Rendezvous
a cura di Alessandro Rabottini
Gamec – Galleria d’arte moderna e contemporanea
Via San Tomaso, 52 – 24121 Bergamo
Orario: da martedì a domenica ore 10-19; giovedì ore 10-22
Ingresso: intero € 5; ridotto € 3,50
Catalogo Lubrina
Info: tel. +39 035399528; fax +39 035236962; info@gamec.it; www.gamec.it

[exibart]

Articoli recenti

  • Mostre

“La Caduta degli angeli ribelli. Francesco Bertos” in mostra a Vicenza

Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…

23 Dicembre 2024 0:02
  • Architettura

«L’umano al centro dell’architettura». La prossima edizione della Biennale di Seoul raccontata dal suo direttore

La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…

22 Dicembre 2024 19:15
  • Libri ed editoria

Quel che piace a me. Francesca Alinovi raccontata da Giulia Cavaliere in un nuovo libro

Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…

22 Dicembre 2024 17:00
  • Cinema

Napoli-New York: il sogno americano secondo Gabriele Salvatores

Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…

22 Dicembre 2024 9:00
  • Arte contemporanea

Sguardi privati su una collezione di bellezza: intervista a Francesco Galvagno

Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…

22 Dicembre 2024 8:20
  • Mostre

Dicembre veneziano: quattro mostre per immergersi nel dialogo culturale della laguna

La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…

22 Dicembre 2024 0:02