All’origine del progetto,
l’incontro con uno dei più stimati e produttivi outsider artist del
secolo passato, Henry Darger e la sua colossale epopea
visiva. Il pittore nostrano è stato di certo ammaliato dal continuum
visivo, dalle graziose eroine che in un ipotetico universo combattono tra
favola ed epica, dall’incessante invenzione narrativa, e ha dato vita così alle
sue personali Vivian Girl di dargeriana origine: Veronica e Virginia,
audaci dame in abiti ottocenteschi, delle quali l’artista mette in scena La
(vera) storia.
Nella scorsa occasione all’Area
B, Cuoghi si era ritrovato fra i “novellieri” della collettiva Folk Tales,
come esponente privilegiato “di questa nuova sensibilità per molti aspetti
affine al New Folk statunitense”. Lo inserisce nel genere la vena
aneddotica di sapore fiabesco e lo rende affascinante un’abilità molto poco naïf
rispetto ad altri. Seduce, infatti, l’utilizzo paziente e capace dei “ferri del
mestiere”, gli acquarelli su preziosa carta a grana spessa ripiegata e
cesellata per crearne una gabbia, gli intagli finissimi che disegnano forme
impercettibili e – novità per l’occasione – la pittura su ceramica,
rappresentativa di antichi saperi artigianali.
L’artista lo si vede insomma
cresciuto sotto vari aspetti, dai toni cromatici che abbandonano i pastelli per
farsi autunnali, al tenore della narrazione che volta pagina rispetto alla
burla provocatoria e a tratti scabrosa per approfondire soggetti di complesso
valore simbolico.
Le sorelle dalla doppia V
agiscono in “una storia in cui si alternano crimine, magia, persecuzione e
catarsi finale”, in cui il tono scanzonato torna a tratti – ma a metà
strada fra gioco e riflessione – in special modo nei titoli, che entrano in
relazione osmotica con l’opera. E se il dipinto ungarettiano Si sta come
d’autunno sugli alberi le foglie diventa emblema di considerazioni colte
che fanno propria l’iconografia tradizionale della crocifissione nella
tipologia della pala d’altare, di certo più “disimpegnato” appare (s)carpe
diem, dove un gentleman
tenta la fuga da una pioggia di calzature femminili.
Il riscatto delle figure
femminili da una condizione di subalternità percorre la maggior parte degli
episodi in un continuo evolversi di situazioni riunite nella stessa cornice
visiva; un racconto da ciclo narrativo che, attraverso sfondi neutri, conduce a
una rivisitazione delle modalità di rappresentazione spazio-temporale dell’arte
pittorica di tutti i tempi. La lettura delle sequenze non è assoluta e lo
spettatore viene chiamato a uno sforzo d’inventiva per dare un senso a ciò che
vede.
Una strada è certa: le giovani
subiscono inseguimenti, scontri e reclusioni da soldatini più giocattolo che
umani, per poi giungere a trionfare anche fisicamente su di essi. Godere è
potere…
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mostra visitata il 9 novembre
2010
dal 21 ottobre al 30 novembre 2010
Vanni Cuoghi – La (vera) storia di Veronica e
Virginia
a cura di Alberto Mugnaini e Ivan
Quaroni
Galleria Area B
Via Balbo, 3 (zona Bocconi) – 20136 Milano
Orario: da lunedì a venerdì ore 9-18; sabato e domenica ore 10.30-18
Ingresso libero
Info: tel. +39 0258316316; fax +39 0258316348; info@areab.org;
www.areab.org
[exibart]
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