“Metaphisical” è il titolo dell’intrigante collettiva curata da James Putnam. Metaphisical è anche l’atmosfera che si respira da Mimmo Scognamiglio, dove sfilano nuovi modelli di spiritualità multicolor, più ironica e disincantata, ma non per questo meno profonda, insomma, assolutamente contemporanea. Un metafisico mondano del tutto areligioso che esprime e intercetta la necessità diffusa di un altrove orizzontale, di un aldilà che è qua, forse proprio negli istanti di contemplazione che l’arte reclama, dischiudendoci verità improvvise ed effimere in cui credere, per un attimo.
Lo spirituale dell’arte contemporanea è, dunque, più democratico e non si prende troppo sul serio, essendo figlio della consapevolezza, tipicamente postmoderna, di un senso plurimo e mutante.
Così il metafisico attuale risiede nel neo-altarino kisch e si incarna in Beastly Flower, la gigante installazione floreale e aracneiforme, tra il variopinto e il mostruoso, di Rina Banerjee (Calcutta,1963), ma anche nel Buddha pop e superbrandizzato di Gonkar Gyatso (Lhasa-Tibet, 1961). Viene evocato poi dall’onda blu elettrico che sfugge dalla tela di Jason Martin (Isole Channel-Gran Bretagna, 1970), ipnotizzandoci con il suo dinamismo immobile. Lo spirituale sboccia, inoltre, nei fiori in poliuretano del mazzo-braccio di Michael Joo (Ithaca-USA, 1966) che si offre al nostro sguardo. O, ancora, è pronto a risuonare attraverso la tromba messa in gabbia da Chiharu Shiota (Osaka-Giappone, 1972) in Truma, o aleggia nelle misteriose nebbie dei grigi fotogrammi della serie My Ghost di Adam Fuss (Londra, 1961). E pare, infine, venire riflesso attraverso misture cromatiche alchemiche dagli occulti Black Mirrors di Paul Benney (Londra, 1959) o galleggiare negli sfondi diafani in cui nuotano i raffinati White mammals di Kiki Smith (Norimberga-Germania, 1954). Dunque, il nuovo Metaphisical è qui, ma non solo. Ma il mood che qui si respira non evoca una realtà soprannaturale, meta (oltre) e phisical (naturale) appunto, che trascende il sensibile verso ipotetici altrove aldilà dell’umana portata. Al contrario, sembra alludere ai significati molteplici che occupano gli interstizi del visibile e sostano ai margini dell’apparenza, sempre in attesa di rivelarsi a uno sguardo ancora capace di coglierli, a un pensiero non ancora troppo stanco per riflettere. Forse si tratta di una forma di spiritualità che soddisfa proprio quel bisogno contemporaneo di fermarsi e riflettere. Un bisogno a cui, anche oggi, l’arte risponde.
martina piumatti
mostra visitata il 17 settembre 2014
Dal 17 settembre al 30 dicembre 2014
Metaphisical
Mimmo Scognamiglio Arte Contemporanea,
Via Privata Giovanni Ventura, 6 (ingresso da Via Massimiano, 27)– 20134 Milano
Orari: da martedì a sabato ore 15.00-19.00 e su appuntamento
Ingresso libero