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Esplicita rappresentazione del corpo umano o dell’attività sessuale con lo scopo di eccitamento o soddisfazione carnale, con poca o assente valenza artistica”: la pornografia, secondo Wikipedia. Sicuramente l’anonimo autore di questa definizione non conosce
XXX, l’ultimo video di
Anja Puntari (Helsinki, 1979).
Con un lavoro di 4 minuti e 45 secondi, l’artista finlandese rovescia ogni dogma riguardante la più evidente spettacolarizzazione del sesso, la cui regola fondamentale è lasciare ogni coinvolgimento emotivo al di fuori del “lavoro”. Lo fa cercando in rete filmati, per lo più amatoriali, tutti appartenenti al cosiddetto genere gonzo, in cui le barriere classiche del modo di ripresa tradizionale, vale a dire le telecamere che dividono attori e operatori, sono abbattute. La “troupe”, il regista, tutti partecipano all’atto sessuale filmato, offrendo una costante soggettiva dell’azione. Niente di particolare, fin qui, un semplice
cut’n’paste di filmati a luci rosse fatti in casa, parrebbe.
Invece no. Puntari ribalta le convenzioni che legano attore e spettatore degli spettacoli
triple X rated, codice americano per classificare la pornografia più hard. Non si vedono più i corpi, i movimenti sono nascosti, la sessualità è di nuovo oscurata. Tutti ciò che ci è dato vedere sono gli occhi delle protagoniste. “Occhi specchio dell’anima”, si suol dire, e come dissentire: le emozioni che traspaiono dalle nostre espressioni sono innegabili persino durante le riprese su un set ad alto tasso erotico. Sta qui l’inversione di significato. La pornografia si trasforma in un viaggio nella sfera più intima, quella dei sentimenti e delle emozioni. Le ragazze non sono più semplici oggetti di soddisfacimento degli istinti primari, ma sono entità coscienti, la cui emotività trova spazio in un universo di rappresentazione da cui solitamente è esclusa.
Se il genere gonzo mira a creare empatia fra interprete e astante, Puntari ci rende partecipi delle sensazioni delle protagoniste. La sfera esplicita del porno è negata, ciò a cui prendiamo parte è uno spettacolo interiore, quasi spirituale, in cui le emozioni provate dalle interpreti superano la valenza puramente estetica e sensuale delle azioni da cui scaturiscono, per svelare ciò che realmente vive nella mente. Il nostro voyeurismo cambia significato: ci ritroviamo, ammaliati a immaginare quali pensieri siano forieri di sguardi tanto multiformi, a volte assenti, a volte fin troppo partecipi, o forzati, rassegnati. Spettatori di una nuova forma di rappresentazione della sensualità, oltre la sessualità.